L'addio di Andrea Muccioli a San Patrignano: "Ho sempre lavorato per il bene dei ragazzi"

Dopo sedici anni Andrea Muccioli ha deciso di dire addio. Smentite tutte le indiscrezioni che parlavano di una lite con la famiglia Moratti: "La comunità appartiene a tutti i suoi ragazzi, ma appartiene a soprattutto a quanti hanno più bisogno, cioè coloro che entreranno domani"

L'addio di Andrea Muccioli a San Patrignano: 
"Ho sempre lavorato per il bene dei ragazzi"

Rimini - Dopo sedici anni lascia. E' deciso. Andrea Muccioli ha deciso di dire addio alla comunità di San Patrignano. E in una dichiarazione congiunta, anche per smentire le voci di dissensi, Muccioli, Letizia e Gianmarco Moratti hanno sottolinenato di aver "sempre lavorato per un unico e comune obiettivo: il bene dei ragazzi di San Patrignano".

Andrea Muccioli è stato per sedici anni a capo della comunità fondata alla fine degli anni Settanta dal padre, il carismatico Vincenzo. Succedutogli alla sua morte, avvenuta nel settembre 1995, è stato un erede fedele delle orme tracciate dal genitore. Mai una flessione sull’uso del metadone e una possibile "riduzione del danno", ma rifiuto chiaro e totale per ogni tipo di stupefacente. Una decisa politica proibizionista che l’ha contrapposto più volte a proposte di legge ed ipotesi di politiche antidroga più tolleranti. La "stanza del buco"? "Chi la propone - aveva detto Andrea - nasconde solo il problema". Gli antiproibizionisti? "Una banda di criminali". Qualunque proposta di uso di droga controllata è stata bollata come "irresponsabile e demagogica".

La comunità, sorta su un terreno ereditato da Vincenzo dal nonno, era nata senza una esperienza specifica. Era il 1978. Fu l'incontro del fondatore con una giovane tossicodipendente di Bolzano, Betti, ad orientarlo verso questo mondo. Valori guida della comunità contro la dipendenza da droga, allora come oggi, il lavoro e la responsabilità personale. I primi operatori della Comunità, capeggiati da Vincenzo Muccioli, sono una ventina di volontari. Oggi è la comunità più grande d’Europa, conta centinaia di operatori e di volontari. Oltre 20mila i giovani che sono passati per "Sanpa" (come lo chiamano tutti con affetto), una famiglia per tanti disadattati e tossicodipendenti che lì hanno trovato un riferimento e magari un punto da cui ripartire.

Oggi Sanpa cambia guida. "La comunità - sottolineava tempo fa Andrea ricordando quanto amava dire suo padre - appartiene a tutti i suoi ragazzi, ma appartiene a soprattutto a quanti hanno più bisogno, cioè coloro che entreranno domani. Questo è vero oggi come ieri perchè così ci ha insegnato lui. Lui ce l’ha insegnato con le parole, con l’esempio e gli abbracci. Quegli abbracci che sembravano non finire mai e grazie ai quali ci ha fatto capire che solo lasciandosi andare e abbandonando i condizionamenti possiamo comprendere gli altri. È questa, la condizione necessaria per aiutare gli altri a riconquistare la propria vita distrutta dalla droga". E tutte queste condizioni non verranno mai meno, neanchedopo l'addio di Andrea che ha sottolineato come "le scelte e le decisioni individuali di ognuno non modificano questo fatto".

Tanto meno il sostegno che da trentadue anni tutta la famiglia Moratti offre alla comunità e che continuerà in futuro. "Tutto ciò rimane valido - assicra Andrea Muccioli - anche nel momento in cui chi oggi ricopre il ruolo di responsabile della comunità, decide di lasciare i suoi incarichi".

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