Lady Bocchino, Ely e le altre: così il «futurismo» è diventato soap opera

Mancano i morti che tornano in scena dopo 15 anni, del resto, si sa, per i miracoli si sta attrezzando il Pdl, chiedere al capo. Se è per le trame di letto ordite con la politica e gli affari, però, benvenuti nella soap di Futuro e libertà. Roba da rimpiangere Dallas e invece tocca accontentarsi di Beautiful. Leggere l’intervista a Gabriella Buontempo, la moglie di Italo Bocchino, per farsi un’idea della trama. Filo conduttore, va da sé, il tradimento. Protagonisti, oltre a Gianfranco Fini, passato di moglie in moglie e di partito in cognato, il su citato Bocchino e poi soprattutto le donne: la bella Elisabetta Tulliani, Daniela Di Sotto la ex avvelenata, e lei, lady Bocchino, col marito un rapporto contrastato di gelosie intrecciate agli affari. Ha detto al settimanale A in edicola oggi che «ma quale escort: Gianfranco è un monogamo totale». Non a caso, aggiunge a supporto di questa certezza, «Elisabetta è arrivata quando il matrimonio con Daniela era finito. E uno che cerca “distrazioni” non riparte con una nuova famiglia». Flashback di lui, Gianfranco, che per fidanzarsi con Daniela Di Sotto tradisce la fiducia di camerata del di lui amico e di lei allora marito Sergio Mariani, «il suo è stato il tradimento di un vincolo di comunità» lo accuserà anni più tardi. E flashback su di lei, la Ely, che «Gianfranco gliel’ho presentato io e ora sta con lui nelle mie case», dirà il di lei ex «fidanzato», l’ultrasettantenne Luciano Gaucci.
Ancora la Gabry su Gianfry: «Lui non cerca avventure, non saltella da una storia a un’altra». Lui. Mica come l’altro: «Su Gianfranco metto la mano sul fuoco. Anzi le metto tutte e due. Vuole la verità? Sono più sicura di Gianfranco che di Italo». E qui altro che flashback. Puntate su puntate, era durato il dramma. Si diceva che Italo avesse una liaison con la Carfagna, proprio lei, quella cui Berlusconi disse in pubblico: «Se non fossi già sposato ti sposerei», dando fuoco alle polveri e alla richiesta di divorzio di Veronica Lario.
Lady Bocchino prima si sfogò parlando di lacrime e sangue su Facebook, poi commentò vendicativa così: «Se è vero, è un problema di Mara». No, non perché lei in fondo lo cederebbe volentieri, quel marito scomodo pure nel cognome, ma perché «Mara si è eletta a paladina “non sfascia famiglie”», ecco, e allora «sarebbe venuta meno ai suoi principi». Per fortuna o purtroppo, comunque, lui «ha scelto di rimanere con me. Un marito in casa non lo trattieni: se vuole andarsene se ne va. Soprattutto se ha un’altra che è più giovane e che chiamano la “ministra più bella del mondo”». Alla faccia di Mara, una che, inelegante ancorché testuale: «Ha sempre bisogno dell’ombrello di un uomo che la protegga».
Tiè. Un classico, buttarla sui princìpi, tanto poi il mattarello in testa al consorte glielo puoi tirare in casa. Certo, c’è anche chi lo tira a mezzo stampa, rileggersi le «lettere a Repubblica» di Veronica per approfondire.

È che, analizza lady Bocchino, magari sbagliò, sì, «ma quanto ha sofferto» con quel «barbone di lusso» che è il Cav, lei che da lui aveva «persino accettato i tradimenti con dignità». Ecco. Si sa, tradimento chiama tradimento. Da Silvio a Veronica a Gianfranco a Italo a... Fino all’ultima puntata.

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