L'altra faccia dell'8 marzo "La vera lotta femminista? Fateci diventare mamme"

"Ora basta fare gli ometti, pretendiamo quote rosa e servizi". Premier machista? "Il contrario. E il sessismo è colpa nostra"

L'altra faccia dell'8 marzo 
"La vera lotta femminista? 
Fateci diventare mamme"

Luisa Todini, lei che ha sfondato il tetto di cristallo...
«Beh ma io ho avuto un ascensore sociale rilevando l’azienda di mio padre...»
Presidente della Todini Costruzioni generali, presidente della federazione industria europea costruzioni, eurodeputata di Forza Italia col massimo dei voti nel ’94... Lei ha scalato il mondo dei maschi.
«E sia: mi sono guadagnata la loro stima».
Ecco, lei che ha fatto carriera senza passare dai letti...
«...Questo è indubbio».
Ci dica qualcosa di femminista.
«Non siamo ometti: fateci essere femmine».
Un po’ maschilista...
«E fateci essere mamme».
Eh, vabbè, le sente lei poi quelle dell’utero è mio e lo gestisco io.
«Chiamiamola la nuova bandiera del femminismo».
Il ’68 ha fatto dei danni?
«Sono state battaglie fondamentali. Se il presidente dei costruttori oggi è una donna di 45 anni, è merito loro».
E allora?
«Il problema è la deriva successiva: le donne hanno perso l’orgoglio della femminilità. Hanno iniziato a pensare che per sopravvivere nel mondo degli uomini dovevano essere come loro».
«Basta rivendicazioni falsamente ugualitarie e sessistiche» ha detto Mariastella Gelmini.
«E basta a chi insinua che sorridere, truccarsi o indossare un tailleur significa usare il proprio corpo».
La chiama lei Rosy Bindi?
«Guardi, io ho apprezzato il corteo del 13 febbraio, perché più che in chiave anti-premier, l’ho inteso come un messaggio alle ragazze che pensano di avere nel corpo una scorciatoia».
Secondo le organizzatrici di quel corteo in Italia c’è una cultura sessista alimentata da quel machista del Cavaliere.
«Questo è un luogo comune! Per carità, gli abusi ci sono, ma è falso che se non usi il corpo non arrivi! Anzi, sa cosa? Sono le donne a dover fare mea culpa».
Aspetti, chiamo la Bindi.
«Spesso sono le donne che pensano di dover usare il proprio corpo, accettando così quella cultura. Per non parlare di certi genitori che inducono le figlie... Ma quella è roba da psicoterapia familiare».
Comunque lassù sopra al tetto di cristallo le donne stanno larghe...
«C’è molto da fare. A parità di qualifica e incarico, fra uomo e donna c’è un divario nei salari del 17 per cento. Lavora meno di una donna su due: il 48 per cento. E il 20 per cento delle donne lascia il lavoro dopo il primo figlio».
Mancano i servizi.
«Asili, ma anche l’assistenza per gli anziani. Fare un figlio dev’essere considerata una risorsa, non un limite. Questa è la vera, nuova rivoluzione femminista».
Il premier ha annunciato il Piano Italia 2020 per includere le donne nel mercato del lavoro.
«Compatibilmente con la crisi finanziaria, questo governo è stato molto attento. A partire da una qualificata presenza femminile».
Su quella c’è chi accusa il premier di essere persino troppo attento...
«Queste cose non vanno nemmeno dette! Il lavoro che fanno, dalla riforma Gelmini della scuola alla legge Carfagna sullo stalking, parla per loro».
Il problema è come vengono scelte.
«Il problema è che abbiamo un parlamento di nominati, vista la legge elettorale. Infatti la vera battaglia da fare è sulle quote rosa».
Proprio lei che si è guadagnata tutto!
«Quote rosa in politica e nei Cda delle aziende quotate in borsa. In via transitoria, certo, ma è il solo modo per scardinare un sistema che premia sempre gli stessi».
Uomini.
«E anziani. Con le donne automaticamente si rinnova la classe dirigente. E si migliora la qualità: la fondazione Belisario ha prodotto 1300 curricula di altissimo profilo».


L’8 marzo che fa?
«Quello che dovrebbero fare tutte le donne: lavoro, sarò a un convegno su sviluppo e energie rinnovabili».
Grande festa eh...
«Quando non ci sarà più bisogno di festeggiare, e di sottolineare successi e insuccessi, allora avremo vinto».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica