«IL LATO UMANO» DI CLIO NAPOLITANO

L’Italia non è un Paese in cui le «first lady» abbiano mai esercitato una forte presenza né rappresentato una autentica tradizione come avviene in altre parti del mondo. Solo Franca Ciampi, in particolare negli ultimi anni del mandato presidenziale di Carlo Azeglio Ciampi, ha voluto e saputo ritagliarsi un ruolo attivo sino a suscitare l'interesse dei media. Clio Napolitano, moglie del nuovo presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stata invece subito posta al centro dell'attenzione dalla stampa, che le ha dedicato paginate incuriosite fin da quando si era ventilata la candidatura del marito alla più alta carica dello Stato. Ora comincia a muoversi anche la televisione, e l'ultima puntata de La storia siamo noi (martedì su Raidue, ore 23) le ha dedicato una lunga intervista di Paola Severini, di particolare interesse perché appartiene a quel genere di faccia a faccia in cui, non senza un pizzico di femminile malizia, si comincia a intervistare la moglie per conoscere i lati meno noti del marito assurto ad alte responsabilità, ma poi si finisce per sapere assai di più di lei che di lui, con la compiaciuta complicità della diretta interessata. Del nostro presidente della Repubblica, in fondo, non abbiamo appreso più di quanto sapessimo o potessimo immaginare con un minimo sforzo di fantasia: che lo irritano le sciatterie, che il suo difetto maggiore è quello di essere pignolo e fin troppo metodico, che ama ragionare più che litigare. E in fondo è un bene, che il cosiddetto «lato umano» dei personaggi importanti (ma perché ci accontentiamo di considerare umano un solo lato?...) si manifesti più nella pratica quotidiana che nell'esposizione dialettica di chi li conosce. Più interessante, a dimostrazione del carattere della first lady e del pertinente sottotitolo dell'intervista (Un rapporto alla pari) è stato ciò che Clio Napolitano ha lasciato trapelare di sé, senza tralasciare aspetti curiosi e persino eccentrici: come l'abitudine di liberarsi della spazzatura nascondendola nelle buste delle boutique anziché nei sacchi appositi. O come il divertente racconto di un viaggio ad Aspen, nel Colorado, al cospetto di diplomatici e signore raffinate che si meravigliavano di come una famiglia comunista fosse «educata e composta» (ma ci fu anche una commensale che fece cadere le forchette nel piatto una volta conosciuto lo schieramento politico degli ospiti italiani).

Alla fine dell'intervista Clio Napolitano ha espresso un giudizio malinconico sull'«involgarimento del Paese e dei rapporti umani». Un'uscita che non ha avuto ancora l'eco di certe esternazioni di Franca Ciampi sulla «tivù deficiente», ma lascia presagire che anche alla nuova first lady non mancherà la voglia di far parlare i media.

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