Il «Laureato» di Hoffman segna ancora il tempo

Nel celebre film del 1967 era il regalo di laurea Da lì il nome. Oggi torna con il suo stile unico

Fabrizio Rinversi

Nel motivo Mrs Robinson, colonna sonora del film Il Laureato (1967), con Dustin Hoffman e Ann Bancroft, Simon & Garfunkel cantano in una strofa: «Hide it in the hiding place where no one ever goes/Put it in your pantry with your cupcakes/It's a little secret just the Robinson's affair/Most of all you've got to hide it from the kids (Nascondilo in un posto sicuro dove nessuno va mai/Mettilo in dispensa con le tue torte/È solo un piccolo segreto roba dei Robinson/E soprattutto non farlo sapere ai bambini)». Si riferisce senza dubbio a un qualcosa di prezioso e ricercato, come un orologio ad esempio, un oggetto così personale e delicato da non dover condividere con nessuno, se non con se stessi. Caso volle che in quel film al protagonista, Benjamin Braddock (Hoffman), per la festa di laurea venisse donato un orologio, un Girard- Perregaux. Così, quando si trovarono a dare un nome a quel segnatempo sportivo, ma nel contempo elegante, frutto di un trend dell'haut-de-gamme degli anni '70 e della penna di un architetto milanese, Charles-Edouard Virchaux e Jean-Edouard Friedrich, allora titolari della Maison, non ebbero dubbi, e lo chiamarono Laureato. Era il 1975 e, oltre all'iconica lunetta su due livelli, dove su di una base circolare si sovrappone un ottagono in un unicum estetico, al bracciale assolutamente integrato alla cassa e rastremato verso la chiusura, e al quadrante rabescato con il motivo «Clous de Paris», elemento distintivo del modello dell'epoca era il movimento, al quarzo, evoluzione di quello presentato dalla Casa di La Chaux-de- Fonds a Basilea nel 1970, con l'oscillatore che vibrava alla frequenza di 32.768 Hz, uno standard ottimizzante con prestazioni cronometriche eccezionali, da quel momento riconosciuto ed utilizzato a livello universale. Uno dei tanti primati che Girard-Perregaux può vantare, anche se, di lì a poco più di un decennio, l'avvento nella stanza dei bottoni della Maison del compianto Gino Macaluso, riportò il focus tecnico sul movimento meccanico. Oggi, a distanza di 42 anni dal lancio, Antonio Calce, da un biennio Ceo di Girard-Perregaux, ha ritenuto maturi i tempi per riportare sotto le luci della ribalta il Laureato, la sua «personalità» potente, la sua versatilità e la sua robustezza, attraverso uno sforzo senza precedenti che sintetizza così: «Non puoi avere un prodotto iconico e con un'identità così forte, lanciato nel 1975, nel mezzo tra Royal Oak e Nautilus, e non pensare di creare attorno ad esso una precisa strategia. Lo ritengo assurdo. In tal senso abbiamo presentato quest'anno 34 varianti, 8 da 42 mm, 12 da 38 mm, 12 da 34 mm e 2 tourbillon da 45 mm con nuovo movimento. Ho ricevuto un altissimo apprezzamento, in particolare, da parte dei nostri concessionari italiani e ne sono contentissimo. Sul 42 mm presentiamo il movimento 1800 di manifattura da 13''', sul 38 mm, ecco il leggendario calibro 3300 di manifattura, mentre il 34 mm lo abbiamo equipaggiato con il movimento al quarzo. Si tratta, in sintesi, di una vera e propria famiglia di prodotto, distribuita tra oro, acciaio e titanio».

E aggiunge: «Abbiamo curato con grande attenzione tutti i dettagli, dalla cassa al bracciale, alla chiusura, alle più recondite finiture, per non parlare dei prezzi. Cito, ad esempio, la versione da 38 mm in acciaio con cinturino, con il calibro 3300 di manifattura, a meno di 10.000 euro». Lo stile del Laureato è unico e siamo certi che gli appassionati sapranno riconoscerlo.

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