Lavezzi: «Musica ma a fin di bene»

Lunedì va in scena la beneficenza. Si aprirà il palcoscenico del Teatro Manzoni su Musica e Cabaret, il consueto, attesissimo appuntamento che da anni chiama a raccolta chi ha a cuore il futuro degli altri. Chi, in particolare, sostiene l'Associazione Amici del Centro Dino Ferrari, presieduta da Marialuisa Trussardi, che organizza lo show in programma dopodomani al Teatro Manzoni. Marco Columbro sarà il gran concertatore e introdurrà i numerosi cantanti e attor comici che faranno da colonna sonora e umoristica ad una serata che si preannuncia già come un evento mondano dell'autunno milanese: il ricavato aiuterà a combattere la battaglia condotta da tanti anni dal Centro Dino Ferrari, voluto dall'ingegner Enzo Ferrari in memoria del figlio Dino, ed oggi diretto dal professor Nereo Bresolin, per diagnosticare e curare malattie neuromuscolari e neurodegenerative come la distrofia muscolare di Duchenne, la distrofia miotonica di Steinert e la Sclerosi Laterale Amiotrofica.
«Lo scopo è divertire facendo del bene - spiega uno dei due direttori artistici Mario Lavezzi -, in scaletta si alterneranno proprio melodie e numeri di cabaret proposti dai volti più amati del mondo dello spettacolo, da Ornella Vanoni a Peppino di Capri, da Massimo Boldi a Jerry Calà, da Dario Ballantini a Pino Campagna e tanti altri». E poi ci sarà proprio lui, Mario Lavezzi, in versione solista e in coppia con Alexia con il brano Biancaneve, come accadde all'ultimo festival di Sanremo. «Associazioni benefiche ne nascono ogni giorno, ma il messaggio è far sapere alla gente dove va a finire il denaro che generosamente offrono - racconta Titti Quaggia, direttore artistico con Lavezzi della manifestazione -. È un lavoro organizzativo che comincia mesi prima. Cominciamo a rompere le scatole ai nostri amici artisti e ognuno di loro viene a lavorare assolutamente gratis, non percepisce nemmeno il classico gettone di presenza. Proprio per questo tutto quanto ricaviamo dalla serata è utilizzato esclusivamente per la ricerca».
«All'inizio -dice Lavezzi- ero molto scettico nell'allestire spettacoli benefici in un teatro.

Ero convinto che per riuscire a raccogliere fondi fosse più utile organizzare una delle nostre partite del cuore. Invece mi sbagliavo: tantissimi milanesi arrivano a teatro con una busta da offrire all'associazione perché i progetti di ricerca possano concretizzarsi al più presto».

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