Legge 194: anniversario di polemiche tra Movimento per la vita e femministe

A 32 anni dal varo delle norme sull'interruzione volontaria di gravidanza, le associazioni cattoliche antiabortiste organizzano una «Tre giorni di non rassegnazione», mentre la laica Consulta bioetica e i movimenti femministi festeggiano e promuovono la pillola RU486

Sedicimila bambini sottratti all'aborto, oltre 50 mila donne assistite.
Questo è il bilancio 2009 dei 331 Centri di aiuto alla vita sparsi in tutta Italia. In tutto, dalla fondazione del primo Cav nel 1975, sarebbero venuti alla luce 120 mila bambini che potevano essere «non nati».
Il 22 maggio di 32 anni fa veniva approvata la legge 194, per l'interruzione volontaria di gravidanza e nello stesso giorno le associazioni cattoliche antiabortiste organizzano una manifestazione in cui «il popolo della vita» cerca è una «grande alleanza» con il mondo della comunicazione.
Ma non è un'iniziativa isolta: fa parte della «Tre giorni di non rassegnazione», promossa per il 21,22 e 23 maggio da Movimento per la vita, Forum delle associazioni familiari e Scienza&Vita .
I 32 anni passati, secondo queste associazioni, sono anni in cui «le polemiche su una legge "integralmente ingiusta" (come l'ha definita Giorgio La Pira) non si sono mai sopite, anni che hanno contato oltre 5 milioni di interruzioni volontarie gravidanza senza che l'aborto clandestino sia stato debellato ma anzi è stato addirittura rilanciato dall'introduzione dell'aborto chimico».
E proprio perché anche questo anniversario «non passi invano» i cattolici antiabortisti vogliono dare un segno che l'impegno per l'affermazione integrale del diritto alla vita di ogni essere umano in qualunque fase della sua esistenza «non si arrende».
Venerdì 21 maggio, al Palazzo della Regione Lazio, c'è stato l' incontro su «Regioni: quali politiche per la vita? (Gli amministratori delle Regioni d'Italia a confronto)», con la partecipazione della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, con altri amministratori di tutta Italia.
La chiusura di domenica ha in programma, nella Sala Convegni dell'università LUMSA, un incontro su «Le responsabilità della comunicazione nella difesa della vita nascente"», con gli operatori della comunicazione sociale.
Nella stessa giornata, una manifestazione davanti al Senato, dal titolo «Guardare al futuro dell'Italia con gli occhi dei bambini. Per non dimenticare i 5.000.000 di bambini mai nati».
Infine, a mezzogiorno a Piazza San Pietro, la benedizione del Papa per non dimenticare i 120.000 bambini nati grazie ai Centri di aiuto alla vita.
La giornata clou è, però, quella di sabato 22, con l'incontro organizzato a Roma dal Movimento per la Vita , insieme al Forum delle associazioni familiari e da Scienza&Vita, per lanciare un appello ai mass media perchè contrastino le notizie preconcette.
La prima che si vuole confutare è quella diffusa al Congresso Europeo sulla Contraccezione da Emilio Arisi, consigliere della Società italiana di Ginecologia (Sigo), secondo la quale «la 194 è riuscita a dimezzare il numero degli aborti, che sono passati da 230 mila del 1982 ai 112 mila del 2008».
Secondo uno studio del Movimento, invece, «non vi è prova che il numero totale degli aborti (legali, clandestini, invisibili) sia diminuito in Italia».
«Se, come sperabile, gli aborti sono diminuiti - afferma lo studio - un tale dato non è stato causato dalla legge, ma da fattori diversi dalla legge, in primo luogo l'azione culturale, educativa e assistenziale in favore della maternità e della vita svolta dal volontariato e, prima ancora, da quanti testimoniano e proclamano il valore intangibile della vita umana dal concepimento».
L'incontro è dedicato a l tema: «Responsabilità della comunicazione nella difesa della vita nascente».
C'è il presidente del Movimento, Carlo Casini,che commenta così il rendiconto dei Cav: «Queste cifre dimostrano che se tanto può fare un volontariato che non ha altro finanziamento se non quello di tanta gente di buonavolontà, molto di più potrebbero fare le istituzioni e la società se finalmente si affermasse la preferenza per la nascita».
Per Casini, prima ancora di modifiche alla legge 194 o di nuove iniziative legislative, ci vuole una chiara affermazione del « principio che l'essere umano è tale e quindi portatore di diritti fin dal concepimento, da quando cioè la formazione del nuovo corredo genetico costituisce un individuo e quindi una persona assolutamente unica ed irripetibile».
Proprio per dare a questo concetto di uguaglianza un valore universale il Movimento vuole stringere, dice il presidente, «una grande alleanza con i comunicatori, perchè l'informazione e la verità prevalgano sugli schieramenti ideologici preconcetti».
Francesco Belletti, presidente del Forum, annuncia che saranno raccolte al più presto le relazioni dell'incontro romano per cercare di farle diffondere da tutti i giornalisti.
«Di certo - aggiunge Belletti- consegneremo il volume al Garante per le comunicazioni ed ai presidenti dell'Ordine dei giornalisti e della Federazione della stampa in un incontro, che fin da ora chiediamo, con una delegazione delle tre associazioni».
Tutto questo succede mentre altri festeggiano l'anniversario della 194 e chiedono che si prosegua su questa strada, con la pillola abortiva.
Donne e ragazze appartenenti ad associazioni e collettivi femministi si sono ritrovate, infatti a Trastevere, in Piazza Trilussa, davanti ad una mega-torta, a ritmo di musica.
Le femministe contestano la manifestazione del Movimento per la vita.
«Rispondiamo - dice Daniela Amato, del Centro donna L.I.S.A. - ribadendo il nostro diritto ad essere le sole a decidere dei nostri corpi, a decidere se e in che modo interrompere una gravidanza, a vivere una maternità consapevole, a ricevere informazione adeguata e a partecipare alle decisioni sulle modalità di somministrazione della Ru486 ( la pillola abortiva, ndr».
Per i collettivi femministi è «indispensabile indirizzare la società ad un'ottica di libera scelta, che è anche progresso».
Le ragazze dell'Associazione Ribellule sostengono che all'interno della 194 è prevista « l'apertura alle novità di ricerca e innovazione, e la Ru486 non è nient'altro che questo».
Anita Pasquali dell'Udi denuncia che «le stesse forze politiche che oggi si scagliano contro l'aborto sono quelle che tolgono il lavoro, la prospettiva e la possibilità di essere madri».
A ricordare l' anniversario c'è anche la Consulta Bioetica, che vuole così «promuovere un nuovo passo avanti sulla strada della libertà procreativa,non più solo giuridico, come fu con la 194, ma innanzitutto culturale».
Il segretario Alberto Giubilini e il presidente Maurizio Mori rilevano però come «quell'attenzione non si sia ulteriormente allargata nella direzione di un autentico riconoscimento della libertà procreativa delle donne».
«La certificazione giuridica, -sostengono - anzichè rendere l'aborto un normale atto medico disponibile a tutte le donne, lo ha ridotto a una sorta di tabù culturale confinato alla discrezione della coscienza del medico, di fatto limitandone la disponibilità alle donne.

Tabù che, in materia di libertà procreativa, non riguarda solo l'aborto: è di questi giorni la notizia della prima causa intentata nel nostro Paese da parte di una donna che, per via del rifiuto dei medici di prescrivere la "pillola del giorno dopo", è stata costretta a intraprendere una gravidanza non voluta».
La Consulta Bioetica vuole, dunque, «riaffermare i nostri diritti contro chi ancora oggi non si è rassegnato ad avere la 194 come legge dello Stato».

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