Leonardo: «Ci rialziamo, Milito un eroe»

«Se ci hanno fatto cinque gol qua loro, possiamo farne cinque anche noi là». Ecco Leo tre giorni dopo il botto. La prima notizia ufficiale è che gli è tornata la voce. La seconda è che, eventualmente, ne bastano quattro a Gelsenkirchen.

Claudio De Carli
nostro inviato ad Appiano Gentile
Rispondeva prima ancora che finisse la domanda, gesticolava, articolava, sorrideva, ci metteva entusiasmo: «Se ci hanno fatto cinque gol qua loro, possiamo farne cinque anche noi là». Ecco Leo tre giorni dopo il botto. La prima notizia ufficiale è che gli è tornata la voce. La seconda è che, eventualmente, ne bastano quattro a Gelsenkirchen.
Lui un tav: «La squadra ha già vissuto tante cose e anche la società ha vissuto tante cose, squadra e società sono molto esperte di quello che può essere un momento di difficoltà. Il dato di fatto è che comunque sono state due sconfitte pesanti, anche se, determinanti o no, ancora non lo sappiamo». In sintesi: sia io che gli altri ne abbiamo viste di peggio e poi non è detto che il peggio sia passato.
«Aritmeticamente siamo però ancora in lotta, anche se è vero che quello che rende pesante un giudizio sono le due sconfitte per quanto sono state importanti. Ma tutto è stato affrontato in maniera lucida, non c'è una disperazione da parte di nessuno. Si cercherà la soluzione. I gol? Presi tutti a difesa schierata». In sintesi: magari in quasi due mesi ci riesce la seconda rimonta, se siamo in coma, è un coma vigile.
Quando gli hanno chiesto se si fosse incrinato il rapporto con Moratti lui è stato molto diretto: «Il rapporto in questo momento si è rafforzato. Questa è una parte, poi tutto il resto è lavoro, sono le partite, è cercare di vincere. Quello che è stato fatto quasi sempre da quando sono arrivato qui, quindi la mia tranquillità c'è per quanto è stato fatto. Io ho rivisto la partita con lo Schalke diverse volte e dico che ci sono stati anche dei momenti di grande calcio, purtroppo segnati da una sconfitta arrivata in situazioni particolari. Poi il risultato è il risultato». Per capirci: poteva anche finire in un altro modo, abbiamo sbagliato dei gol facili facili.
Ma nessuno tocchi la squadra, Leo come Mou, e quando Moratti gli darà i sette giorni, fine delle trasmissioni, nessuna ambizione di fare il dirigente: «Ho un contratto fino al 2012, ma non è quello che mi lega alla società. Quello che mi lega è quello che abbiamo voglia di fare. E io vado avanti con lo stesso entusiasmo del primo giorno. E poi voglio essere giudicato solo come allenatore, dimentichiamo la mia storia di dirigente, io sono stato chiamato come allenatore e sto cercando di fare del mio meglio, e voglio essere giudicato come allenatore. E poi tante volte mi rivedo dirigente e ho il timore che mi caccerei». Morale: è lui il primo a capire di aver sbagliato qualcosa, non tutto, ma qualcosa. Chiusura col botto di questo prepartita di campionato col Chievo: «La voglia ci ha portato dove siamo, la troppa voglia non è una cosa negativa e ci aiuterà ancora. La troppa voglia è un grande pregio della squadra. Domani ci sarà una reazione di tanta voglia. E la partita di domani psicologicamente non c'entra nulla con il derby e con lo Schalke, le partite non c'entrano una con l'altra.

Certo che a livello di energia cercheremo di vedere chi starà meglio. Pensiamo partita dopo partita». Con un cenno a Diego Milito: «Per come l'abbiamo visto in campo, è un eroe. Un eroe, alla luce di tutto quello che aveva passato, dopo quanto era stato fuori».

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