Lettera del Pontefice ai sacerdoti pedofili: "Pentitevi e curatevi"

Il Pontefice si rivolge alla Chiesa irlandese messa in ginocchio dagli scandali degli abusi sessuali: "Tra le cause di questo peccato odioso che offende Dio c’è la crisi della fede e la mancanza di rispetto per la persona"

Lettera del Pontefice 
ai sacerdoti pedofili: 
"Pentitevi e curatevi"

Roma - Oggi la parola passa a Benedetto XVI. Viene resa nota questa mattina la «Lettera pastorale del Santo Padre Benedetto XVI ai cattolici d’Irlanda», la risposta di Ratzinger agli scandali degli abusi sui minori che hanno messo in ginocchio la Chiesa di quel Paese. Un testo che rappresenta una novità nel suo genere e che ruota attorno alle tre parole «pentimento», «guarigione» e «rinnovamento». Un testo articolato, firmato ufficialmente ieri, che indica la via da percorrere per far sì che fatti del genere non si ripetano e soprattutto manifesta totale vicinanza alle vittime degli abusi. Non conterrà nuove norme giuridiche, ma nemmeno si limiterà a pie esortazioni: sarà piuttosto l’indicazione di un percorso preciso, che a partire dalle cause che hanno determinato la crisi arrivi a risollevare la Chiesa d’Irlanda puntando in modo particolare sulla formazione e sulla «preparazione pastorale, accademica, spirituale e umana» sia dei candidati al sacerdozio, sia di coloro che preti e religiosi lo sono già.

Anche se il fenomeno nelle ultime settimane è dilagato, con la segnalazione di numerosi abusi avvenuti in Germania, Austria e Olanda, il caso irlandese rimane a sé per dimensioni e per l’evidente inadeguatezza con cui sono stati affrontati gli abusi da parte dei vescovi, che non hanno saputo usare le stesse leggi canoniche, non certo indulgenti con i preti che si siano macchiati di questi reati, definiti da Benedetto XVI «non solo un crimine odioso, ma anche un grave peccato che offende Dio e ferisce la dignità della persona umana creata a sua immagine».

Nelle ultime settimane le polemiche hanno lambito prima il fratello del Pontefice, Georg Ratzinger – che da due giorni si trova in Vaticano e risiede nell’appartamento papale – e poi lo stesso Benedetto XVI, per il caso di un prete pedofilo trasferito da Essen a Monaco nel 1980. Sia nella prima come nella seconda vicenda è stata dimostrata la pretestuosità dell’attacco e l’estraneità di Joseph e Georg Ratzinger. Ma al di là degli attacchi concertati, è indubbio che il Pontefice sia «profondamente turbato e scosso» per quanto è avvenuto e condivida lo sdegno, «la sensazione di turbamento e la vergogna provocata in così tanti fedeli».

La lettera parlerà innanzitutto di pentimento e conterrà una sincera richiesta di perdono, rivolta alle vittime degli abusi e alle loro famiglie. Benedetto XVI affronterà le cause che hanno prodotto questa situazione, tra le quali c’è la «crisi della fede» e «la mancanza di rispetto per la persona umana». E ribadirà la volontà di collaborare con le autorità civili. La Chiesa, peraltro, non ha mai vietato di denunciare i responsabili degli abusi all’autorità statale e nell’ultimo decennio, da quando Papa Wojtyla e l’allora cardinale Ratzinger avocarono alla Congregazione per la dottrina della fede la competenza su questi casi rendendo meno facile la prescrizione, si è consigliato alle vittime di sporgere denuncia.

Sarà dunque ribadita la linea della «tolleranza zero», seguita da Ratzinger prima ancora di essere eletto Papa. Quello della lettera sarà però l’intervento di un pastore, non di un inquisitore. Sarà uno sguardo cristiano, da recepire «con cuore aperto e con uno spirito di fede», che dunque non potrà non partire dalla consapevolezza del peccato e della fragilità umana. Al tempo stesso però verranno rigettate le indebite generalizzazioni di chi oggi dipinge la Chiesa come un covo di violentatori di bambini e di insabbiatori di crimini. Per questo il Papa incoraggerà i cattolici irlandesi, e attraverso di loro anche i cattolici di tutto il mondo, a continuare a fidarsi dei sacerdoti, a non confondere l’atroce e indegno tradimento di qualche prete infedele con la dedizione e il servizio della stragrande maggioranza del clero e dei religiosi.

Tra le indicazioni concrete contenute nella lettera papale ci sarà quella di sistematiche visite pastorali e apostoliche nelle diocesi irlandesi, per permettere una purificazione e rinascita spirituale, assicurando preparazione adeguata e cura maggiore per i seminari, e al tempo stesso garantendo un’efficace prevenzione, in modo da evitare in futuro il ripetersi del fenomeno, che in ogni caso – va ricordato – è statisticamente in notevole diminuzione nell’ultimo decennio.

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