
Le condizioni in cui vivono le persone detenute all'interno del Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli a Milano sono «terrificanti» e la struttura è «un inferno che andrebbe chiuso immediatamente». Lo dice Ilaria Salis, europarlamentare di Avs, Alleanza Verdi e Sinistra che insieme al consigliere regionale lombardo Luca Paladini ha svolto un'ispezione a sorpresa nel Cpr di via Corelli. «Questo luogo è un inferno nel cuore della città che dovrebbe essere chiuso immediatamente. Ci si trovano persone solo per il fatto di non avere il permesso di soggiorno e i documenti in regola, ma questo non è un crimine» sostiene la parlamentare che alla fine dell'ispezione a sorpresa si è intrattenuta anche con i giornalisti, per raccontare che «pure le condizioni che abbiamo trovato sono terrificanti: bagni in condizioni terribili, docce con solo acqua bollente, alcune che funzionano e altre no, cibo con date di scadenza manomesse a penna».
L'europarlamentare, candidata mentre era ancora detenuta a Budapest con l'accusa di aver aggredito tre militanti neonazisti e divenuta famosa per essere stata portata in tribunale con mani e piedi legati, ha chiesto di vedere il registro degli eventi critici e si è lamentata del ritardo nel poterlo consultare: «Ci è stato consegnato solo cinque minuti prima di uscire dopo ore, per scoprire che una persona ha cercato di impiccarsi qui dentro una settimana fa».
Per poi aggiungere: «Sono luoghi in cui le persone non possono sopravvivere, sono recluse a non fare niente tutto il giorno in una situazione di sofferenza estrema». Il consigliere Paladini ha rincarato la dose, criticando «l'opacità per la quale devi pregare, telefonare e richiedere informazioni che a dei rappresentanti istituzionali dovrebbero esser fornite all'istante».
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