Ponte Vecchio è uno dei simboli di Firenze, tappa obbligatoria per i turisti che visitano il centro storico del capoluogo toscano. È il ponte più antico della città, sorto nel punto più stretto del fiume Arno e popolato da botteghe orafe ormai da numerosi secoli.
Composto da tre arcate e sorretto da pilastri, Ponte Vecchio ha origini romane e inizialmente non era altro che una semplice passerella in legno, successivamente sostituita da una solida struttura in pietra. L’appellativo “Vecchio”, tuttavia, risale al 1200 quando fu costruito il Ponte Nuovo, detto Ponte alla Carraia.
L’origine delle botteghe orafe
La presenza delle botteghe ai lati del Ponte Vecchio di Firenze è documentata fin dal XIII Secolo, tuttavia per molto tempo a condividere questo spazio sono stati macellai, conciatori, fabbri, ortolani e pescivendoli, che approfittavano della vicinanza dell’Arno per gettare via gli scarti.
Una situazione poco igienica che cambiò totalmente con l’arrivo del Duca Ferdinando I, il quale decise di adibire Ponte Vecchio solo alle attività più prestigiose e decorose legate all’arte orafa. Era il 1593, poco tempo dopo la realizzazione del celebre Corridoio Vasariano da parte di Giorgio Vasari: un percorso ideato per collegare direttamente Palazzo Vecchio, centro politico, con Palazzo Pitti, la residenza privata dei Medici. Il corridoio, sopraelevato, passa proprio sopra il Ponte Vecchio.
Fu proprio questa novità a rendere necessario un cambiamento drastico per quanto riguarda la tipologia di botteghe, da quel momento destinate esclusivamente agli orefici, ai gioiellieri e agli argentieri.
Cosa sono le “madielle”
Una delle caratteristiche peculiari delle botteghe orafe di Ponte Vecchio è data dalle madielle, vetrine sporgenti dotate di chiusure ribaltabili che ancora oggi sono ben visibili. Una strategia efficace sia per sfruttare al meglio tutto lo spazio disponibile, sia per rendere le botteghe più sicure.
Proprio per sottolineare la presenza esclusiva di orefici, nel 1901 è stata collocata al centro del ponte una fontanella con il busto del maestro Benvenuto Cellini realizzato dallo scultore Raffaello Romanelli, come omaggio al più celebre orafo fiorentino.
Ponte Vecchio nel Novecento
Nel corso del Novecento, inoltre, Ponte Vecchio è stato protagonista di numerosi avvenimenti storici. Nel 1938, ad esempio, Benito Mussolini fu promotore della realizzazione al centro del ponte di speciali finestre panoramiche: queste avrebbero dovuto permettere ad Adolf Hitler, in occasione della sua visita ufficiale in Italia, di ammirare il panorama da un punto di vista privilegiato.
Il ponte, inoltre, è sopravvissuto all’attacco dei tedeschi del 1944 finalizzato a distruggere tutti i ponti fiorentini per frenare l’avanzata dei nemici. Neanche la disastrosa inondazione dell’Arno del 4 novembre 1966 riuscì a danneggiare l’antica struttura, un evento che provocò numerosi danni in tutta Firenze.
Si pensa che a risparmiare Ponte Vecchio sia stato il console tedesco Gerhard Wolf, che si sarebbe impegnato personalmente per evitare che le mine disintegrassero questo antico capolavoro.
Sul ponte, infatti, è ancora oggi presente una targa dedicata a questa illustre figura che nel 1955 ha ottenuto la cittadinanza onoraria dal Comune di Firenze. Un riconoscimento concesso anche come ringraziamento per aver salvato numerosi ebrei e prigionieri politici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.