Milano - Il tribunale di Milano ha condannato al risarcimento di 750 milioni di euro per la Cir di Carlo De Benedetti per la vicenda legata alla cessione della Mondadori. "La sentenza del Tribunale di Milano, depositata oggi, che liquida a favore di Cir la somma di 750 milioni di euro di danno patrimoniale - commenta Carlo De Benedetti - non mi compensa per non aver potuto realizzare il progetto industriale che avrebbe creato il primo gruppo editoriale italiano, ma stabilisce in modo inequivocabile i comportamenti illeciti che l'hanno impedito". E' una sentenza che "ci rende giustizia".
Fininvest: ingiusto, subito ricorso in appello La Fininvest "esprime tutta la propria incredulità di fronte alla sentenza del Tribunale Civile di Milano". "Una sentenza profondamente ingiusta - si legge in una nota a commento della sentenza - In attesa di conoscerne le motivazioni, la Fininvest ribadisce la correttezza del suo operato, la validità delle proprie ragioni e degli elementi che sono stati addotti per sostenerle". La Fininvest "ricorrerà immediatamente in appello, assolutamente certa che la totale fondatezza delle sue tesi non potrà non essere riconosciuta".
Marina Berlusconi: sentenza sconcertante "Si tratta di un verdetto incredibile e sconcertante". Così il presidente della Fininvest, Marina Berlusconi, commenta la decisione del Tribunale civile di Milano. "La Fininvest ha sempre operato nella massima correttezza e ha dimostrato in modo limpido e inconfutabile la validità delle proprie ragioni. Non posso non rilevare che questa sentenza cade in momento politico molto particolare. Non posso non rilevare che dà ragione ad un Gruppo editoriale la cui linea di durissimo attacco al presidente del Consiglio, per non dire altro, è sotto gli occhi di tutti. Sbaglia però chi canta vittoria troppo presto. Sappiamo di essere nel giusto e siamo certi che alla fine questo non potrà non esserci riconosciuto".
Vaccarella: sentenza abnorme "E' una sentenza abnorme. Se la motivazione corrisponderà al dispositivo c'é da restare a bocca aperta perché la condanna è superiore alla somma richiesta ed è stata irrogata per perdita di chance". Così il professor Romano Vaccarella, uno dei legali di Fininvest ha commentato la sentenza. Vaccarella, che è stato anche giudice della Corte Costituzionale, ha anticipato che il loro ricorso in appello, "se la motivazione corrisponderà al dispositivo, si concentrerà sul concetto di perdita di chance". "Perdita di chance - ha spiegato il professore - significa essere privato della possibilità di ottenere un risultato partecipando, per esempio, a un concorso qualora mi sia impedito di prendervi parte". Concetto che applicato al dispositivo di questa mattina "significa la possibilità - ha proseguito - di partecipare a un giudizio equo. Ma nel caso in questione, nel 1991 la sentenza della Corte d'Appello di Roma (quella risultata "comprata", ndr,) c'é stata e quindi non si può parlare di perdita di chance ma semmai di sentenza iniqua e ingiusta.
E di sentenza iniqua e ingiusta nessuna ha mai parlato, né in sede civile e né in sede penale". Prima di ricorrere in appello i legali di Fininvest, come ha spiegato il professor Vaccarella, chiederanno alla Corte di Appello di bloccare "la provvisoria esecutività della sentenza", cioé la sua sospensione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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