L'oracolo De Benedetti "Il Cav dovrà lasciare"

Dopo lo scippo alla Mondadori, l'Ingegnere minaccia scenari che costringeranno il premier a dimettersi. E' solo una minaccia o è a conoscenza di trame contro il Cav?

L'oracolo De Benedetti 
"Il Cav dovrà lasciare"

Dopo lo scippo, tenta la spallata. E' il partito di Repubblica che, dopo aver vinto lo scontro finanziario con la Fininvest sul lodo Mondadori, tenta la spallata politica al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Perché a Carlo De Benedetti, oltre ai 564 milioni incassati dalla Cir che di sicuro gli hanno fatto una gran gola, interessa solo la caduta del Cavaliere. E l'assalto è partito alla grandissima. Complice anche una certa magistratura che, come è emerso nei giorni scorsi, ha dato e sta dando una gran mano all'Ingegnere in questa battaglia. 

"Il governo è a fine corsa, questo mi sembra evidente. Berlusconi non farà mai un passo indietro, se però mi chiedete se sarà costretto a farlo, la mia risposta è sì". Una minaccia? O il presidente onorario della Cir sa qualcosa che noi non sappiamo? Immagina scenari futuri o è a conoscenza di trame contro Berlusconi?. E' a margine della visita del capo dello Stato Giorgio Napolitano a Dogliani, in provincia di Cuneo, che De Benedetti prefigura, in modo a dir poco sibillino, le imminenti dimissioni di Berlusconi dalla presidemza del Consiglio. Non lo farà volontariamente, spiega l'Ingegnere, ma sarà "costretto a farlo". Da chi? Cosa c'è dietro a queste affermazioni? Secondo il manager le forze per il cambiamento in Italia sono già al lavoro. "Sono i cittadini - sottolinea De Benedetti - la dimostrazione è il successo dei referendum". L'Ingegnere, tessera numero uno del Partito democratico e, secondo alcune voci, finanziatore della campagna elettorale di Giuliano Pisapia nella corsa a sindaco di Milano, cerca da sempre di "spodestare" Berlusconi. La macchina messa in piedi dal partito di Repubblica ne è un esempio. Ora l'obiettivo di De Benedetti è cambiare la legge elettorale abbattendo il porcellum: "In un mese, senza neanche l’organizzazione dei partiti, più di un milione di cittadini hanno dimostrato di esserci". Per l'Ingegnere, infatti, il successo della raccolta firme anti porcellum fa parte di un piano per far dimettere Berlusconi. Nella stessa ottica legge l'addio della Fiat alla Confindustria: "La Fiat sta uscendo dall’Italia. L’Italia ha fatto per la Fiat più di ciò che la Fiat ha fatto per l’Italia. Non credo si possa addossare al sistema Italia la responsabilità della mancanza di modelli né il fatto che la concorrenza porti via le persone migliori".

Il centrodestra replica duramente alle parole dell'Ingegnere.

"Le parole di Carlo De Benedetti - tuona il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone - spiegano ancora una volta a tutti che è stato ed è in campo un 'partito di Repubblica', con tanto di indicazione di obiettivi e nemici politici". Capezzone chiama in causa proprio la sinistra italiana che da mesi non fa che chiedere le dimissioni del Cavaliere: "Cosa farà? Sta a rimorchio e prende diligentemente nota di queste indicazioni?".

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