Lotta alla criminalità nelle metropoli: pronti 2.500 soldati per Milano, Roma e Napoli

Il ministro della Difesa La Russa sostiene il suo progetto: "Un esperimento che può durare al massimo un anno. L’ultima parola spetta però a Maroni". Cicchitto: "Così tuteliamo i cittadini". Ma la sinistra evoca il Sud America

Lotta alla criminalità nelle metropoli: pronti 2.500 soldati  per Milano, Roma e Napoli

da Roma

Dopo l’annuncio le polemiche. E le ulteriori spiegazioni. Fa discutere, e molto, la scelta di mandare i soldati nelle città, a tutela dell’ordine pubblico. E il ministro della Difesa Ignazio la Russa quasi ci sorride sopra: «A tutti quelli che insorgono per l’annuncio di una mobilitazione di 2.500 soldati, bisognerebbe ricordare, che ai tempi delle mobilitazioni straordinarie contro la mafia, in Sicilia vennero mandati più di ventimila uomini. Di che cosa stiamo parlando, allora?». Quanto alla dislocazione delle truppe, La Russa spiega che l’ultima parola spetta a Viminale: «Non intendo creare incidenti diplomatici con Roberto Maroni, perché alla fine dipende dal ministero dell’Interno la scelta finale sulla dislocazione. Quello che è certo, è che la prima metà sarà nelle città metropolitane, che si sa quali sono perché è una definizione precisa. E quindi, in prima battuta, ci saranno sicuramente Roma, Milano, Napoli, ma poi anche alcune città del nord in cui ci sono situazioni di sofferenza».
Nel pomeriggio di ieri, poi, il ministro, in una lunga intervista concessa alle telecamere di SkyTg24, aveva spiegato perché il governo si è risoluto all’impiego delle forze armate per garantire la sicurezza nelle città ribattendo a molte delle critiche piovute sull’esecutivo in queste ore: «Il rischio di sovrapposizione con le forze di polizia - spiega La Russa - non c’è. Fra l’altro si tratta di un esperimento di sei mesi, rinnovabile una sola volta». Il ministro aggiunge: «Si tratta di un gesto di amore e generosità delle Forze armate nei confronti dei cittadini, c’è una richiesta forte da parte dei cittadini di migliore controllo del territorio, di migliore sicurezza, di poter avvertire che lo Stato garantisce, con la sua presenza, una condizione di vita migliore». Ecco perché, prosegue La Russa, questo compito «spetta alle forze dell’ordine e al ministro degli Interni. Ma in questo momento c’è un problema di risorse e di numero di uomini. Per questo motivo - sottolinea il ministro - le Forze armate hanno dato la loro disponibilità di incrementare, per il momento con sole 2500 unità in tutto il territorio nazionale, le forze che già esistono sul campo sia della Polizia, dei Carabinieri che della Guardia di Finanza. Si tratta di apporto umano competente e professionale che l’esercito può dare a chi ha la competenza dell’ordine pubblico sul territorio. Il mio auspicio è che possano, specialmente nelle periferie urbane, esserci queste squadre, queste pattuglie di carabinieri e polizia, congiuntamente alle Forze armate che girano per le città dando maggiore sicurezza, tutto lì, non vedo quale sia il dramma».
E alle critiche del sindaco di Torino Chiamparino La Russa risponde: «Dico a Chiamparino che dovrebbe girare per la sua periferia prima di parlare e sentire cosa dicono i suoi cittadini». Chiamparino aveva bocciato il piano del governo definendolo, in un’intervista a La Repubblica, «una mossa populista e demagogica». Sostiene l’esponente dei Ds: «Far intervenire i militari è un’iniziativa sbagliata, un messaggio che fa crescere la spirale di paura e la preoccupazione dei cittadini. Alla fine è tutta propaganda, ma non mi sembra un comportamento responsabile. Spero - aggiunge con ironia - che i ministri La Russa e Maroni coinvolgeranno anche la Marina e l’Aviazione così la copertura sarà completa». «La decisione è sbagliata», aggiunge il segretario del Pd Walter Veltroni, secondo cui «il tema della sicurezza è questione troppo delicata per essere affrontata solamente con annunci ad effetto che, tra l’altro, danno una immagine catastrofica del Paese contribuendo a mortificare l’ottimo lavoro svolto dalle forze dell’ordine». E il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: «Le forze armate per controllare il territorio delle città si usano solo in Colombia». Idem Franco Giordano, di Rifondazione: «È un fatto gravissimo e rappresenta una forzatura estrema degli stessi limiti costituzionali».

Invece fa quadrato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «Di fronte alla crescente richiesta dei cittadini che chiedono maggiore sicurezza bisogna ricorrere a tutti i mezzi possibili, compreso, con le dovute garanzie, l’esercito».

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