Il Louvre presta il suo Tiziano Arriva «La Cena in Emmaus»

Nel museo parigino la tela si trova nella stessa stanza della Gioconda

Luciana Baldrighi

La «Cena in Emmaus» di Tiziano, il «Noli me Tangere» di Bernardino Luini e il «Cristo Risorto» di Marco Basaiti sono le opere alle quali la Pinacoteca Ambrosiana ha voluto dedicare un grande evento espositivo dal 6 aprile al 30 novembre.
L’esposizione offre l’occasione per ammirare la straordinaria tela di Tiziano, la Cena in Emmaus (Emmaus Maffei) che torna in Italia dopo quattro secoli (1662), gentilmente concessa dal Museo del Louvre di Parigi, dove è esposta nella stessa sala della Gioconda oggi messa a confronto con altre importanti tele della Pinacoteca Ambrosiana. In cambio l’Ambrosiana ha concesso a Parigi una tela di Palma il Giovane da sempre custodita nello studio del Prefetto della Pinacoteca.
Lo scopo della rassegna voluta da Monsignor Gianfranco Ravasi che si è occupato anche del catalogo edito da Skira (a giorni a disposizione), nel quale possiamo trovare saggi anche di Marco Navoni, Francesco Saracino, Giovanni Morale, Benedetta Calzavara e Jean Habert, ha lo scopo di puntualizzare i momenti più importanti dell’evento pasquale: la Resurrezione, l’incontro di Cristo con Maria Maddalena abbandonata al dolore davanti al sepolcro e l’apparizione del Risorto ai discepoli in cammino verso Emmaus.
Il pittore Marco Basaiti che ha operato a Venezia nel Rinascimento, con la sua opera «Cristo Risorto, ben evidenzia la scena della Resurrezione in tutta la sua statura sacramentale. L’itinerario segue con l’opera di Bernardino Luini, «Noli me tangere» realizzata dal pittore lombardo nel 1530. Qui si narra dell’incontro davanti al sepolcro di Maria Maddalena con Cristo risorto al quale segue il capolavoro di Tiziano la «Cena in Emmaus» appunto, che segna il punto di arrivo di un cammino che si snoda tra i due dipinti borromeici e la bellissima tela del Louvre.
Giovanni Morale, direttore artistico di Kalliste Arte si è posto lo scopo di fare fruire un mix di essenze che simbolicamente alludono all’evento con strumenti moderni. Lo stesso curatore è riuscito a coinvolgere il lettore in una rete di immagini che permettono meglio di visualizzare la figura del Risorto come è stata interpretata dagli artisti del Rinascimento settentrionale, ma anche di dischiudere un più ampio spazio di riflessione sui misteri legati al tema della Resurrezione.
Ma torniamo alla «Cena in Emmaus» per ricordare che fu acquistato nel 1662 da Luigi XIV ad un prezzo considerevole.

Il quadro così amato dal sovrano lo custodiva in una gabbia dorata per anni. Quando poi passò al Louvre divenne uno dei maggiori tesori nazionali. Il merito di Tiziano è quello di avere evocato la bellezza più reale nel dolore e nella morte degli uomini, oltre a un estetismo pittorico.

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