«Macché fascisti, io calabrese vi spiego il Bnp»

«È una vittoria storica. Nonostante la censura dei giornali e delle televisioni. È un trionfo, nonostante non abbiamo grossi finanziatori o grandi sindacati alle spalle. La gente alla fine ha creduto in noi. E la ragione è semplice: vuole salvare l'identità dell'Inghilterra. In questo Paese gli immigrati sono troppi e se si va avanti così la nostra unica legge sarà la sharia». È un italiano, di fatto un «immigrato» anche lui, uno degli attivisti che ieri ha festeggiato tra lo sbigottimento generale l’approdo del British National Party a Strasburgo. Giuseppe De Santis, 35 anni, origini di Catanzaro tradite da un accento marcato, alle spalle una decina di anni spesi nella capitale britannica, è uno dei «tesorieri» del Bnp che ha vissuto da «insider» - tessera numero 22.443 - la conquista di ben due seggi in Europa (6,2%) per il partito considerato il volto xenofobo e neofascista della Gran Bretagna multietnica. Mentre la numero due del Labour, Harriet Harman, e il leader dei Tory, David Cameron, definivano «una cosa terribile» l’ingresso degli ultranazionalisti inglesi nell’Europarlamento, De Santis festeggiava la «sciagura» pensando ai conti: «Questa vittoria ci dà più credibilità, la Bbc potrebbe essere costretta a invitarci ai suoi talk show, da cui siamo sempre stati boicottati e finalmente riceveremo i contributi pubblici, non soltanto i soldi dei nostri membri». Poi il sogno di unirsi all’onda dei singoli nazionalismi: «Ora avvieremo trattative per stabilire alleanze. Siamo già in contatto con il gruppo dei nazionalisti ungheresi», spiega De Santis.
«Punish the pigs» - punite i maiali - recitavano senza mezzi termini i volantini del Bnp nella vigilia elettorale (vedi foto). Punite i laburisti e i conservatori, diceva quell'immagine inequivocabile: due maialini rosa, uno con coccarda rossa, l'altro con coccarda blu, che cercano di strapparsi di mano un salvadanaio. Alla fine, la punizione per i partiti istituzionali coinvolti nello scandalo dei rimborsi spese è arrivata. Ma sono in moltissimi - analisti e addetti ai lavori - a essere sconcertati per l'approdo in Europa, prima volta nella storia inglese, di un partito «fascista», «xenofobo» e «ultranazionalista». «Ma quale razzismo, quale xenofobia - spiega De Santis -. Vogliamo solo mettere gli interessi degli inglesi per primi. Anche nei nostri ranghi ci sono stranieri. Guardi me, sono italiano, ma loro accettano che io voglia aiutare. Sono gli eccessi che non sono più tollerabili. A votarci è stata la classe lavoratrice, perché si è sentita tradita dai laburisti. È la gente che da 15 anni aspetta una casa popolare occupata dagli immigrati e dai rifugiati politici che ci ha votato. Sono i dottori inglesi costretti ad andare all'estero che ci hanno votato perché negli ospedali britannici il personale è in maggioranza straniero e posto per loro non ce n’è». Così l’attivista italiano del Bnp sintetizza il pensiero del suo leader, Nick Griffin, il politico più controverso del Paese che vuole «sfilare la Gran Bretagna» dalla «dittatura europea» e che - nonostante sia stato arrestato in passato per “incitamento all’odio razziale” - sostiene che nel Regno Unito il razzismo c’è ma è «soprattutto verso la maggioranza degli indigeni inglesi».


«Laburisti e Conservatori hanno distrutto questo Paese con il loro buonismo - conclude De Santis -. E l’Ue è un carrozzone fatto di burocrati che ha solo danneggiato l’Inghilterra con i suoi regolamenti». Da domani Tory e Labour dovranno confrontarsi anche con il Bnp-pensiero.

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