Maddalena Crippa interpreta Gaber Profumo di donna per il «Signor G»

Può una donna dar voce a Giorgio Gaber? Può per la prima volta sfidare la consuetudine che vede soltanto gli uomini riproporre le provocazioni, le folgorazioni, le ironiche e malinconiche verità dell'indimenticabile cantautore? Sì, se si chiama Maddalena Crippa. L’attrice, lanciata da Giorgio Strehler e interprete raffinata che ama fare incursioni nella musica, sarà protagonista di E pensare che c'era il pensiero, in scena domani e giovedì al Piccolo Teatro Studio per il Festival Milano per Gaber (ore 20.30, poi in tournée anche a Biella, Fidenza e Torino). Uno spettacolo di teatro-canzone che riprende il titolo del disco composto da Giorgio Gaber e Sandro Luporini nel 1994, ma che sarà un collage anche dei successi più rappresentativi di Gaber che quest'anno avrebbe compiuto settant'anni. La sedia da spostare, Mi fa male il mondo, Sogno in due tempi, Se io sapessi e poi Destra e sinistra, Io come persona, L'equazione, sono soltanto alcuni dei brani che Maddalena Crippa porterà in scena: «Sin dal primo momento mi è stato chiaro che in quanto donna non avrei mai potuto, ma soprattutto non avrei mai voluto, rifare Giorgio Gaber - racconta -. Nella costruzione della scaletta drammaturgica non ho esitato a tagliare e integrare brani e canzoni, com'era sua consuetudine. Io penso che valga la pena riascoltare le parole di Gaber in un momento così buio per le coscienze e la cultura. Il mio sarà uno sguardo al femminile sulle sue canzoni; una rilettura, non una semplice interpretazione di un repertorio tanto originale quanto maschile». In scena anche tre donne coriste (Chiara Calderale, Miriam Longo, Valeria Svizzeri) e un solo uomo, Massimiliano Gagliardi (figlio del cantante Peppino), che ha curato gli arrangiamenti e accompagnerà l'attrice al pianoforte. Tutti concertati dalla regista Emanuela Giordano: «Pensi Gaber e ricordi immediatamente la sua maschera stralunata, l'incedere elastico, aggraziato e goffo al tempo stesso, e soprattutto la voce, caldissima e beffarda, una voce che raccontava un'intelligenza e un'anima eternamente in bilico, che non si arrendeva mai all'idea di restare ferma nella palude dell'indifferenza».

E pensare che c'era il pensiero non sarà però il tentativo di rifare semplicemente Gaber: «L'interpretazione assolutamente inedita di Maddalena Crippa, attraverso il cantautore e quello che ci ha lasciato in eredità, racconta la sua e la nostra idea del vivere, i suoi perché, le sue paure - spiega la regista -. E lo fa volutamente, con fascino, ironia e potenza tutta femminile».

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