«La maledizione di Sesto» modifica anche il curriculum

«La maledizione di Sesto» modifica anche il curriculum

(...) Ma è certo fin d’ora che qualsiasi collegamento - casuale, per carità - alla questione, qualsiasi accenno al fatto che «è vero, siamo passati di là per caso, eravamo in ferie, ma non abbiamo visto e sentito niente», oggigiorno non è molto popolare. Soprattutto quando si tratta di metterlo nero su bianco in un curriculum che serve per presentarsi bene sul mercato del lavoro. E che lavoro! Il segretario generale di un Comune è uno che, in certi casi, conta più del sindaco. Per questo le qualifiche, il cursus honorum - doveroso il ricorso al latinorum, visto che si parla di altissimi livelli della tentacolare burocrazia italiana - dev’essere tale da convincere i più scettici. E il curriculum di Maria Angela Danzì è a prova di scettico: laurea, qualifiche, incarichi ricoperti ai massimi gradi dirigenziali, capacità nell’uso delle tecnologie, consulenze e collaborazioni con primari enti pubblici e privati. Chi non l’assumerebbe, dopo aver letto questo po’ po’ di precedenti e anche dopo un colloquio diretto, sufficiente a dimostrare la competenza e l’altrettanto riconosciuta signorilità della persona? Difatti Marta Vincenzi l’ha strappata a suo tempo ai concorrenti e ne ha fatto una colonna portante dell’amministrazione, poi s’è detta dispiaciuta del suo congedo, nonostante le malelingue parlino di scintille fra le due primedonne.
E allora che bisogno ci sarebbe di tagliarlo, questo curriculum di prestigio, di mutilarlo in alcune parti significative, quali quelle della «collaborazione all’accordo di programma per bonifiche aree Sesto San Giovanni»? Se lo domanda il consigliere comunale della Destra, Gianni Bernabò Brea, che s’era stampato il curriculum in una notte insonne d’estate, e aveva letto quel passaggio: «...Sesto San Giovanni... Falck... eccetera». Bernabò è uno che lo puoi criticare, ma devi riconoscergli una memoria d’elefante. È tornato sul web nei giorni scorsi, ha cliccato di qua e di là, e ha scoperto che quel riferimento non c’è più, nel curriculum della dottoressa. Volatilizzato, non semplicemente bianchettato alla D’Alema versione Forattini. Oddio, una traccia, c’è ancora alla voce «ambiente per bonifiche aree sesto danzi». Ti viene fuori qualcosa che fa capire che, insomma, una bianchettata informatica, chissà, può esserci stata. Bernabò Brea, il solito birichino, ha scritto subito un’interrogazione al sindaco.

Vuol vedere le due versioni del curriculum, l’«estiva» e l’«autunnale», di adesso. Mica per assumerla lui, la dottoressa Danzì. È per farle un piacere, per ovviare a una dimenticanza. Sì, certo, dev’essere stata una dimenticanza. Succede.

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