Malumore del Guardasigilli: misure non concordate

Anna Astrella

da Roma

Accoglienze diverse per il «pacchetto Pisanu» nella compagine governativa. Qualche incomprensione si profila tra il Viminale e via Arenula. Al dicastero della Giustizia lamentano il fatto che le misure antiterrorismo, presentate ieri alla Camera dal responsabile dell’Interno, Giuseppe Pisanu, non sarebbero state preventivamente concordate con il ministro Roberto Castelli. In pratica gli strumenti antiterroristici sarebbero stati messi a punto dagli esperti del Viminale senza consultare prima il Guardasigilli, e questo nonostante si tratti di modifiche ai codici, materia di cui è competente il dicastero guidato dal ministro leghista.
La notizia dell’«assolo» del Viminale arriva da ambienti del ministero della Giustizia a conferma di quanto ha sostenuto alla Camera Andrea Gibelli. Il deputato leghista, dopo la relazione del responsabile del Viminale, ha chiesto di avere chiarimenti sul perché le misure antiterrorismo non fossero state prima fissate con il Guardasigilli. Sferzante il ministro Roberto Calderoli: «L’intervento di Pisanu? Non l’ho ascoltato...». Dal canto suo, il Viminale mette i puntini sulla “i” e precisa che «le proposte verranno formulate con i ministri competenti e sottoposte alle valutazioni di governo e Parlamento».
Sostegno totale, invece, arriva al responsabile del Viminale da parte del capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa. Il quale ha definito «molto positiva» la relazione di Pisanu e ha annunciato l’intenzione di «venire in supporto» del ministro con alcune proposte che il suo partito intende formulare per contrastare il terrorismo. «Siamo favorevoli - annuncia La Russa - a una Procura antiterrorismo specializzata, che potrebbe essere costituita come una sezione della Procura nazionale antimafia».


L’altra proposta integrativa al pacchetto antiterrorismo che An intende presentare riguarda il fermo di polizia: «Il ministro - prosegue La Russa - ha parlato di raddoppiare il termine di 12 ore attualmente previsto. Noi pensiamo che raddoppiarlo non basti, ma che serva tornare ai tre giorni di fermo, come peraltro già previsto in passato dal nostro codice».

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