Mancini trascina la Roma verso l’Europa

Spalletti: «Juve, giù le mani dal brasiliano». Pozzo, è gelo con Cosmi che rischia il posto

Roberto Zanitti

da Udine

Entra in campo per ultimo, da star consumata. Applausi e fischi si mescolano in egual misura, ma il sentimento predominante della gente friulana rimane l'indifferenza: nel giorno del suo primo ritorno a Udine dopo il burrascoso divorzio da patron Pozzo, Luciano Spalletti si conferma maestro di panchina, proponendo una bella dimostrazione di efficienza e concretezza da parte della sua Roma, alla quinta vittoria consecutiva in campionato, sesta comprendendo anche la coppa Italia. Nonostante la totale carenza di punte e le assenze di Panucci e Totti, lo «squadrone giallorosso», per dirla come quelli della curva, offre calcio concreto, figlio di una collaudata organizzazione di gioco.
Le allunga comunque una robusta mano un'Udinese sempre approssimativa e costretta all'inferiorità numerica per quasi un ora abbondante: i trapianti di Pepe, velleitario, e Baronio, regista ad andamento lentissimo, non possono certo miracolare una squadra sempre in attesa del rientro di qualche grosso calibro (Iaquinta, Muntari, Natali) e alla perenne ricerca di se stessa.
Partono comunque forte i bianconeri, che tengono sveglio Doni con le iniziative di Zenoni e Di Natale, ma anche la Roma ha la sua opportunità al 22': Aquilani smarca Perrotta il quale non trova però la coordinazione per battere a rete. Un minuto dopo gran follia di Pinzi: l'ex laziale si divincola con una manata dell'abbraccio di Cufrè, abilissimo provocatore e, inevitabilmente, Ayroldi lo caccia. De Rossi (colpo di testa appena sopra la traversa al minuto 35) fa le prove generali del gol, in arrivo al 39'. Slalom speciale palla al piede di Chivu, che Felipe uncina appena dentro l'area: impeccabile, dal dischetto, la trasformazione di Mancini. Nella ripresa l'Udinese non trova nuova linfa nemmeno dalle due sostituzioni (Vidigal e Mauri, che domani firmerà per la Lazio) e, anzi, al 17' subisce il un nuovo schiaffo. L'ennesimo sonnellino su palla inattiva della difesa friulana è capitalizzato da De Rossi che, indisturbato, mette in rete un corner di Bovo. E mentre anche Cosmi si fa espellere, i suoi provano a risalire: Zenoni mette in mezzo dove Di Natale anticipa tutti per il gol del speranza. Ma è fuoco fatuo: alla mezzora, infatti, Taddei invita Mancini che aggira De Sanctis e infila con un colpo da biliardo. Ma non finisce qui: l'irresistibile brasiliano si beve Bertotto che, frustrato, lo stende. Stavolta dagli undici metri va Chivu: il romeno non ha pietà e affonda la fragile barchetta bianconera.
«Il punteggio potrebbe raccontare di una gara facile, ma non lo è stata affatto - attacca Spalletti - è chiaro che l'espulsione di Pinzi ci ha avvantaggiato, ma la Roma ha tenuto bene il campo, a conferma che il collettivo comincia a funzionare. Mancini? Molto bravo, sarebbe un peccato se lo perdessimo e merita anche la Seleçao. Non cominciamo con una storia alla Cassano: giù le mani dal giocatore. È legato alla Roma e resterà con noi. L'Udinese? Non vive un grande momento».
Sereno, almeno in apparenza, Serse Cosmi. «Spero di poter tornare presto alla normalità - chiosa il mister friulano - nel senso che mi piacerebbe poter schierare nuovamente una formazione logica. La doppia espulsione? Legittima quella di Pinzi mentre il sottoscrittto è stato cacciato perché il quarto uomo ha fatto la spia a... papà».


Patron Pozzo prova a mantenersi calmo, ma Cosmi rischia seriamente la panchina: «Ogni giudizio sull'allenatore rimane sospeso. Pinzi? Mi ha offeso profondamente, ha tenuto un comportamento sciagurato sin dal primo minuto».

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