Manuale per eliminare i cronisti (s)comodi

Il titolo è invogliante: Come eliminare i giornalisti. Peccato per la successiva parentesi (senza finire in prima pagina). Come dire che è tutto uno scherzo. Infatti non ha l’animo del vendicatore, il mite e spiritoso Gabriele Bojano. Che cento ne fa e altrettante ne pensa, visto che si occupa di radio, cucina e dintorni, anzi, più dintorni che cucina (Penna all’arrabbiata), sceneggiature cinematografiche, cabaret, trovando anche il tempo di occuparsi del Giffoni Film Festival e, naturalmente, di carta stampata.
Spirito d’osservazione ne ha da vendere, Bojano: ha individuato la bellezza di 50 categorie di giornalisti. Divise in 9 fasce, che non riguardano né la collocazione professionale, né quella ideologica. Come spiegano benissimo le intestazioni degli schieramenti, che vanno da «Ansiosi e cagionevoli» a «Boriosi e furiosi», da «Distratti e stracotti» a «Furbetti e malandrini» e via ironizzando. Chissà quanti suoi colleghi si saranno riconosciuti negli esilaranti ritratti che hanno il pregio di occupare al massimo tre paginette. Inutile aggiungere che nessuno, ma proprio nessuno, deve prendere, come si dice, cappello, per le facezie dell’autore, il quale mette subito le mani avanti nella prefazione: «Naturale che si tratti soltanto di un gioco: non c’è niente di statisticamente accertato nelle descrizioni che qui vengono deformate dalla lente della dissacrazione». E nella postfazione si scusa per i tipi «inevasi»: «Dai giornalisti farabutti (ma poi esisteranno davvero?) a quelli fannulloni. Il campionario è inesauribile e ogni giorno spunta qualche figura nuova, sconosciuta alla catalogazione». Che potrebbe essere anche il trampolino per un «Come eliminare i giornalisti 2».
Nella sua beffarda lista, Bojano ha la sfacciataggine di delineare, a volte, perfino un identikit fisico del personaggio nel mirino. Ecco così «il giornalista Questiontime»: «naso aquilino e occhialini tondi da finto intellettuale». «Il giornalista Indiana Jones» ha invece i «capelli arruffati, barba incolta e unghie attraversate da una spessa riga nera». Oppure ancora «il giornalista Fastfood», che «in principio aveva la cravatta a tinta unica e col passar del tempo è diventata fantasia». Ma quasi sempre sono, ovvio, le peculiarità del carattere a inchiodare i giornalisti «da eliminare». Saltando qui e là, ecco «il giornalista Oops, l’esempio più alto di sbadataggine fatta persona». E che dire del «giornalista Addams, colui che si ferma a leggere tutti i manifesti listati a lutto e partecipa a tutti i funerali, solenni e non, con aria contrita»? Senza dimenticare «il giornalista Spot-System, che del mestiere ha capito tutto: macché sacro fuoco e passione, qui bisogna monetizzare».
Infine per ogni ritratto Bojano s’è preso la briga di trovare una via d’uscita, ovvero «come eliminarlo». Uno per tutti: come liberarsi del «giornalista wanted».

Ecco: «A Natale regalategli un bel giubbotto che, a sua insaputa, sarà collegato con la centrale operativa dei carabinieri. In questo modo ogni suo movimento sarà monitorato costantemente e in tempo reale. E non sarà difficile rintracciarlo. Anche in bagno».

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