Un marcatore per il Parkinson

Un marcatore per il Parkinson

Neurologi di oltre cento ospedali italiani hanno fornito ieri informazioni sulla malattia di Parkinson. Si è celebrata così , con l'avvio di un progetto di ricerca sulla prevenzione delle cadute, la IV Giornata dell'informazione, istituita per diffondere la conoscenza di questa patologia, descritta per la prima volta da James Parkinson nel 1817l . Le persone colpite dal Parkinson sono in Italia oltre 250mila. I sintomi sono difficili da interpretare e nella maggior parte dei casi si manifestano oltre i 60 anni, solo raramente prima dei 40 anni.
La Giornata dell'informazione sulla malattia di Parkinson è una iniziativa inserita nell'Anno Europeo dell'Invecchiamento Attivo, promosso dall'Unione Europea. Dice Lucilla Bossi, presidente di Parkinson Italia ONLUS: «La Giornata del Parkinson è un momento di informazione e consapevolezza per i malati, le loro famiglie, i volontari ed anche tutta la cittadinanza. Il Parkinson ha un grande impatto sociale. Fortunatamente le risorse terapeutiche sono ben superiori rispetto al passato».
In Italia la ricerca sul Parkinson sta conoscendo un nuovo impulso. Lo studio sulla prevenzione delle cadute che prevede il reclutamento di mille pazienti, vuole aiutare quei pazienti che cominciano a presentare evidenti difficoltà di deambulazione e disturbi dell'equilibrio, con elevata frequenza del rischio di cadere. Si vogliono identificare i fattori predittivi delle cadute, allo scopo di individuare interventi preventivi specifici per garantire al paziente una miglior qualità di vita.
Dopo la malattia di Alzheimer, quella di Parkinson è la patologia neurodegenerativa più diffusa. Colpisce i neuroni del cervello tra cui, in modo costante un'area cerebrale più scura - visibile ad occhio nudo - rispetto al restante tessuto nervoso. Il tremore non è il sintomo più significativo per la diagnosi, anche se rimane fra i più appariscenti: il 30% dei pazienti, infatti, non ha questo problema.Più importante è la lentezza dei movimenti (bradicinesia). Altri sintomi sono la rigidità muscolare e l'instabilità posturale (più tipica delle fasi avanzate). Soffrire di Parkinson significa, però, avere anche dolore (presente nel 46% dei casi), problemi motori generali con perdita della stabilità, fino a subire frequenti cadute. La malattia di solito inizia da un lato solo, con disturbi lievi e limitati agli arti, e progredisce lentamente nella maggior parte dei casi. La demenza compare nella fase avanzata e può riguardare il 20-25% dei parkinsoniani.
Soltanto una conoscenza dei sintomi può portare a una diagnosi precoce. Non esistono farmaci o sostanze in grado di prevenire la malattia di Parkinson. Modificare il suo decorso , rallentandone l'evoluzione è stato l'obiettivo di molti studi negli ultimi 20 anni, che non hanno però trovato cure che garantivano la guarigione. La terapia farmacologia si basa su molecole che aumentano i livelli di dopamina cerebrale o che si sostituiscono alla dopamina mancante. Ogni cura protettiva passa attraverso l'identificazione di biomarcatori associabili al rischio e alla progressione della malattia. La ricerca punta all'identificazione di biomarcatori come nello studio denominato Parkinson's Progression Markers Initiative, che sarà condotto in 23 centri negli Stati Uniti e in Europa.

In Italia sarà guidato dal Centro per le malattie neurodegenerative dell'università di Salerno e coordinato dal professor Paolo Barone. Senza dati concreti come un biomarcatore, è molto difficile dimostrare se una terapia è efficace.

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