Marta Vincenzi vuol far sbarcare il porto in Europa

Dopo anni nell’amministrazione l’ex assessore alle Infrastrutture propone la sua visione dello scalo

Marta Vincenzi   vuol far sbarcare il porto in Europa

Fra le città italiane, Genova è forse quella che più di tutte ha vissuto una trasformazione grazie all'Europa. O meglio, la sta ancora vivendo e il suo porto è uno dei maggiori punti di interesse del cambiamento. La «città-porto al servizio dell'Europa», in un'ottica che coinvolge sia imprese sia cittadini, è il tema su cui riflettere in questo piccolo ma incisivo volume Marta Vincenzi, candidata a Sindaco di Genova e parlamentare europea dal 2004 con incarichi nelle Commissioni trasporti e turismo, sviluppo regionale e diritti della donna. Ha inoltre ricoperto il ruolo di presidente della Provincia per due mandati con delega alla portualità e pianificazione urbanistica ed è stata assessore comunale per la pianificazione territoriale di «Area Vasta» e il piano regolatore portuale. Un'esperta di portualità e di infrastrutture dunque, interrogata dal professore di Diritto internazionale a Udine e membro del Foro Europeo dell'energia e dei trasporti Maurizio Maresca. Il messaggio, forte e chiaro, è che Genova si trova a rivestire una posizione centrale nei nuovi equilibri europei in tema di trasporti, e i benefici che ne derivano vanno di pari passo con l'impegno, di tutta la città, di mantenersi all'altezza. Con l'inserimento del Corridoio 24 (o Genova - Rotterdam) fra i Corridoi Europei di coesione, Genova è stata scelta dall'Unione Europea come crocevia commerciale destinato ad alimentare l'Europa, unendo il Mediterraneo al Mare del Nord. E, rubando una felice espressione di mosignor Bagnasco, occorre per la città un «colpo d'ala» che la accompagni nelle scelte adatte che deve compiere nell'interesse dell'intero Paese. Il «porto lungo» ha necessità di essere sostenuto da una serie di infrastrutture, sia a livello di trasporto ferroviario sia aereo (tra l'altro Maresca è stato consigliere di Amministrazione di Alitalia dal 1997 al 2003) e che influenzano dunque aree territoriali ben più vaste della sola Genova. Sono coinvolti diversi Comuni al di là dell'appennino e alcuni, tra cui Alessandria, hanno già indicato la loro disponibilità ad accogliere terminali retroportuali di supporto. La collaborazione, forte e qualificata - se non l'integrazione, azzarda la Vincenzi - con i porti di La Spezia e Savona è un altro indice dell'ampiezza di visione necessaria per compiere questo «salto verso l'Europa». Proponendo un disegno perfettamente in linea con la legge di riforma della portualità del 1984, che fornisce una nozione molto moderna di «ambito portuale» analizzandone il complesso mercato infrastrutturale, geografico e merceologico, la Vincenzi afferma che «dal punto di vista organizzativo il porto di Genova deve promuovere meglio i propri servizi con un'azione di marketing territoriale di città - porto nel cuore dell'Europa e dei suoi mercati tradizionali come Baviera, Svizzera e Austria - e regolare gli spazi fra porto e retroporto perché siano massimizzati i traffici premiando gli operatori che vogliono investire su Genova in linee marittime e ferroviarie».
Ma chi pagherà per tutto questo? Anche il problema del finanziamento dei Servizi di Interesse Generale è oggetto del dialogo Vincenzi-Maresca, così come la modalità di promozione dei traffici e la conseguente, accurata azione di politica dei trasporti.

Grande attenzione viene dedicata anche ai diritti fondamentali dei cittadini, ricordando la peculiarità del Trattato di Amsterdam del 1997 grazie al quale oggi «il diritto dei singoli, siano essi cittadini, utenti o imprese, diviene parte centrale del Dna dell'Europa che tutti siamo chiamati a costruire» scrive Maresca. Perché l'Europa è già qui e i cittadini, come le imprese, sono chiamati a parteciparvi.
Marta Vincenzi
Oltre Genova, l'Europa - Dialogo con Maurizio Maresca
Nicola Teti Editore
102 pagg, 12 €

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