"O un governo di destra o potere al Parlamento". Le sei nomine di Macron per imbrigliare Bardella

Attal esclude l'alleanza con France Insoumise dopo il voto. È Tireloque il nuovo capo degli 007

"O un governo di destra o potere al Parlamento". Le sei nomine di Macron per imbrigliare Bardella
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Sono due le mosse di giornata del «gabinetto elettorale» macroniano, alle prese con le barricate in attesa del secondo turno di domenica prossima: la chiusura dell'attuale presidente della Repubblica a un'alleanza con l'estrema sinistra di France Insoumise e le sei nomine di peso che il consiglio dei ministri ha fatto, nonostante lunedì mattina potrebbe esserci un altro premier a palazzo Matignon.

Passi in avanti decisi che il leader centrista, uscito sonoramente sconfitto dal primo turno elettorale di quattro giorni fa, ha messo in campo per ovviare al problema numero uno con cui deve convivere: l'exploit del Rassemblement National e la possibile convivenza triennale con un premier di destra.

«È fuori discussione che France Insoumise si unisca al governo» ha detto Macron verso l'estrema sinistra di Mélenchon che, al momento, è una costola dell'alleanza Fronte popolare. Le sue parole sono giunte mentre diversi suoi alleati hanno fatto circolare l'ipotesi di formare un'ampia coalizione di parlamentari centristi e di sinistra in chiave anti-Bardella. Ovvero un movimento nato nelle ultime ore per costruire un governo trasversale in caso di un Parlamento in stallo, proponendo invece che i moderati nell'assemblea lavorino insieme per approvare le leggi caso per caso.

Identica la posizione del premier Gabriel Attal, che specifica come intende procedere: «Per evitare una vittoria del candidato del Rassemblement National, per evitare di dare una maggioranza assoluta al Rn, desistere non significa allearsi. Non c'è e non ci sarà mai un'alleanza con la France Insoumise» scrive su X. «Alla fine di questo secondo turno - chiarisce - o il potere sarà nelle mani di un governo di estrema destra, o il potere sarà in Parlamento. Mi batto per questo secondo scenario».

Ma oltre alle buone intenzioni e agli ultimi proclami per convincere indecisi o potenziali astenuti, come quello in cui l'inquilino dell'Eliseo accusa Mosca di un palese endorsement per Le Pen, il tandem Macron-Attal ieri ha messo in atto ciò che il Rn ha definito un golpe amministrativo: le nomine ai vertici istituzionali del Paese, prima fra tutte quella del capo dell'intelligence. Si tratta di Philippe Tireloque, già ispettore generale della polizia nazionale, promosso a direttore dei servizi attivi della polizia nazionale e direttore nazionale della sicurezza pubblica. Sulle nomine c'è stata da subito una forte tensione, dopo che due giorni fa Marine Le Pen, intervistata da radio France Inter, aveva denunciato un «colpo di Stato amministrativo» messo in pratica dall'attuale governo che avrebbe progettato le nuove caselle al solo fine di impedire a Jordan Bardella «di governare il Paese come desidera».

Secca la replica della speaker del governo, Prisca Thevenot, secondo cui le sei figure apicali scelte da Attal erano «meno di una decisione come in ogni Consiglio dei ministri», aggiungendo: «Sapevamo che Marine Le Pen stava pensando, ora sappiamo che sta manipolando le notizie».

Ma Tireloque nuovo capo degli 007 non è la sola novità del consiglio dei ministri di ieri: Jérôme Harnois sarà nuovo prefetto della Charente, Agnès Diallo nuova direttrice generale dell'Imprimerie nationale, Didier Trutt nuovo presidente del consiglio di amministrazione

dell'Imprimerie nationale, Christine Allais, consigliere senior al Senato, nuovo Consigliere di Stato in servizio straordinario, così come il tenente generale Benoît Paris. Tutte posizioni chiave per amministrare il Paese.

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