Mastella tifa Moggi in tv, Melandri lo ammonisce

Anna Maria Greco

da Roma

Ci voleva anche il calcio a creare fibrillazioni in seno alla maggioranza di Romano Prodi. Sulla partecipazione di Luciano Moggi alla trasmissione domenicale della Rai di Simona Ventura si scontrano duramente due ministri: la titolare Ds dello Sport, Giovanna Melandri, e il Guardasigilli Udeur Clemente Mastella.
Quest’ultimo, ha partecipato in collegamento con lo studio a «Quelli che il calcio...», non come ministro della Giustizia ma come tifoso e amico di Moggi, che non rinnega i vecchi tempi. E, secondo la Melandri, ha fatto un doppio errore: «Non può parlare da tifoso, i colleghi maschi a volte lo fanno. Mastella è ministro della Giustizia e sarebbe stato ampiamente preferibile se si fosse astenuto dal commentare nel merito procedimenti che sono ancora in corso. L'iter della giustizia sportiva, come noto, non è concluso. Non mi sembra giusto quindi dare giudizi».
Mastella non ci sta. Stavolta, invece del suo antagonista privilegiato Antonio Di Pietro, si trova a polemizzare con l’esponente Ds, ma non è il momento di rispolverare le regole della cavalleria.
«Nessuna censura di sorta - risponde -. È giusto che il ministro della Giustizia non si esprima su sentenze che toccano istituzionalmente il proprio settore, ma nella giustizia sportiva non ci sono più neppure i magistrati».
Il Guardasigilli avverte la collega che lui, ad esprimere le sue opinioni da sportivo, non rinuncerà né ora né mai. E porta il discorso fino alle estreme conseguenze, lanciando un chiaro avvertimento. «Ho detto le cose nelle quali credo, non mi pare ci debba essere censura nei miei confronti. Se poi qualcuno ritiene che debba togliere il disturbo, io lo tolgo. Ma credo che la Melandri, a questo punto, non so se rimane dove rimane». Insomma, il governo traballa anche per una diatriba calcistico-giudiziaria.
Il ministro dello Sport giudica «pessimo» il servizio offerto dalla Rai, dando uno spazio «eccessivo e inopporuno» all'ex direttore generale della Juventus Moggi, inibito per 5 anni dalla giustizia sportiva per lo scandalo di Calciopoli. «Senza contraddittorio» e con un ministro della Giustizia che lo difendeva in video, dichiarandosi suo amico. «Una falsa partenza» per la programmazione sportiva del servizio pubblico. E nella replica a Mastella la Melandri esprime la sua stima, ma conferma le critiche. «Il governo - insiste - deve astenersi dai commenti».
Secondo una nota dell’Udeur si tratta di «giudizi a senso unico». «Speriamo in un calcio pulito, ma chiediamo anche menti pulite, scevre cioè da preconcetti, prive di dietrologia e soprattutto lontane da pregiudizi». Il ministro dello Sport, prosegue, «non perde occasioni per criticare Mastella essendo stata silente, invece, sulle considerazioni di Guido Rossi, nei giorni scorsi sulla Gazzetta dello Sport». Insomma, il Guardasigilli ha solo espresso un giudizio da tifoso, perché prendersela tanto?
Paradossalmente, a difendere Mastella si erge anche l’Italia dei valori. «Ha fatto bene la Ventura - dice Egidio Petrini - ad invitare Moggi e Mastella alla trasmissione televisiva da lei condotta. Non sono accettabili censure del ministro Melandri contro la partecipazione dei ministri ad una trasmissione televisiva». E aggiunge che la gente ha bisogno di sapere, mentre il ministro dello Sport fa poco in questo senso. «Nessun fatto concreto - sottolinea Petrini- verso la proposta di legge di alcuni deputati di Italia dei valori, tra cui l'attuale ministro Di Pietro, per l'istituzione di una commissione di inchiesta su Calciopoli e sul Coni».
Per la Casa delle libertà l’ennesima lite nel governo-Prodi è ancora una dimostrazione di debolezza. «Sapevamo che il centrosinistra era già diviso su tante cose: Finanziaria, politica estera, temi etici.

Adesso sappiamo che è diviso anche su Moggi e sulle sue performance televisive», commenta Luciano Ciocchetti, responsabile nazionale Udc per lo sport. E invita la Melandri a concentrarsi sulle riforme di cui parla tanto, lasciando «da parte polemiche inutili e sterili».

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