Maxi-piano per studiare il cervello

Lo studio del cervello sta per subire una grande accelerazione. Un progetto decennale di ricerca (Brain Activity Map) verrà presentato ai primi di marzo dal presidente Barack Obama al Congresso degli Stati Uniti. Verrà inserito nella proposta di bilancio, sarà finanziato con fondi federali (3 miliardi di dollari in 10 anni) e coinvolgerà istituti di ricerca pubblici e privati. Lo studio del cervello umano consentira - ha sostenuto il presidente Usa - un progresso enorme delle conoscenze scientifiche ed una ricaduta positiva sulla medicina, ma anche su nuove aree dell'attività economica. Anche l'Europa ha varato in gennaio un maxiprogetto di ricerca sul cervello, lo Human Brain Project, dotato di uno stanziamento di un miliardo di euro.
Il 38 per cento della popolazione europea soffre di disturbi cerebrali (165 milioni di persone) e il 50 per cento delle disabilità mondiali è dovuto a patologie del sistema nervoso. Gli uomini vivono più a lungo e cresce il numero delle persone anziane che manifesta disturbi tipici dell'età. Nel 2000 erano circa 600 milioni le persone con più di 60 anni, nel 2025 saranno 1,2 miliardi e ben 2 miliardi nel 2050. Le malattie neurologiche più comuni che affliggono le persone sopra i sessant'anni di età sono l'Alzheimer, il Parkinson, la depressione, l'epilessia, l'ictus cerebrale, le più svariate forme di demenza.
Dall'11 al 17 marzo, si svolgerà la Settimana mondiale del cervello. Una iniziativa alla quale partecipano tutte le Società neuroscientifiche. Hanno aderito oltre 2600 soggetti di 82 Paesi.
«Il grande tema di questa edizione – precisa il professor Giancarlo Comi, presidente della Società italiana di neurologia e direttore del dipartimento di neurologia dell'Istituto scientifico universitario San Raffaele di Milano – è l'importanza della diagnosi precoce nelle malattie neurologiche come il Parkinson, l'Alzheimer, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica: oggi sono disponibili numerosi dati sperimentali che ci permettono con più certezza di riconoscere in una fase pre-clinica i pazienti affetti da patologie neurodegenerative, per le quali solo un intervento terapeutico in fase iniziale potrebbe consentire di rallentarne o addirittura arrestarne la progressione». In Europa «il peso delle malattie neurologiche è pari al 35 % della spesa sanitaria generale che tocca – precisa la Società italiana di neurologia - i 386 miliardi di Euro».
Nell'ultimo secolo i progressi della ricerca medica e delle tecnologie diagnostiche hanno favorito una migliore e più approfondita conoscenza dei fenomeni alla base delle malattie neurologiche. Un nuovo radio farmaco per la malattia di Alzheimer, recentemente approvato dall'FDA e dall'EMA, permette di visualizzare, attraverso esami di neuroimmagini, l'amiloide cerebrale e identificare così i pazienti in una fase molto precoce, addirittura diversi anni prima che compaia la malattia.
Sono avanzati gli studi sul Cervello e empatia, ovvero la capacità di comprendere lo stato emotivo di un altro individuo. Sono stati individuati i meccanismi cerebrali responsabili dell'empatia, basati sul fenomeno del rispecchiamento. Di grande interesse l'empatia rispetto al mondo animale: i soggetti onnivori, vegetariani presentano una maggiore attivazione di aree cerebrali, come il lobo frontale, coinvolte nell'empatia quando osservano scene di sofferenza di umani o animali.

La ricerca dedica ampio spazio alla Brain Reserve, riserva cognitiva, ovvero alla capacità del nostro cervello di mantenere un livello adeguato di funzionamento della mente nonostante la perdita di neuroni per l'invecchiamento.

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