Mazzarella al San Babila con il «so’ caro fradell»

Mazzarella al San Babila con il «so’ caro fradell»

Ferruccio Gattuso

Parenti serpenti? Fratelli coltelli? Di formule, effettivamente, ne esistono tante.Una storia come El fradell de mè fradell e so fradell prova però a spiegare come il destino, i sentimenti e il buon senso possono vincere e, in fondo, beffare i luoghi comuni.
Un testo - quello scritto da Rino Silveri, e da lui interpretato insieme al fratello e celebre animale da palcoscenico Piero Mazzarella - la cui alchimia è talmente riuscita da meritarsi, in queste settimane, il riconoscimento della statistica, che poi non è altro che il riconoscimento del pubblico: cinquencento rappresentazioni complessive nella sola Lombardia, vent'anni di vita sul palcoscenico. Una commedia in dialetto meneghino che, sulle corde vocali del vocione saturo e guerriero di Piero Mazzarella, vibra alla perfezione.
Con lui, co-protagonista è per l'appunto il fratello, in scena e nella vita, Rino Silveri: fino all'11 giugno al Teatro San Babila, la piéce "a due" ci riporta tra le nebbie padane, in un confronto psicologico dal quale pescare una sana lezione di comicità, malinconia, ed etica.
El Fradell de mè fradell e so' fradell, cavallo di battaglia del duo, è la storia di due fratelli dai caratteri diametralmente opposti, che il destino obbliga a riunirsi, scontrarsi, rappacificarsi, sotto lo stesso tetto. Piero, vulcanico e arrogante, è ipocrita, cinico, irresponsabile e, a ben guardare, un uomo che ha fallito nella vita: si definisce attore, e forse lo è, ma la sua categoria è quella delle mezze tacche. Rino, invece, è sincero, gentile, sensibile e conduce una normale attività di commerciante di pelletteria. La vita ha riservato, ai due fratelli, qualche piccola soddisfazione in un oceano di amarezza: un giorno, Piero si presenta alla porta di Rino, inseguito da problemi economici. Rino apre la sua casa, cerca di venire incontro al fratello, ma questo si prende troppe libertà, tra cui quella di cercare di scippare all'ospite un'amicizia sentimentale.
Sul filo di un dialogo esilarante, va quindi in scena un confronto titanico. «Un testo che non mi stancherà mai - lo definisce Piero Mazzarella - perché insegna, ridendo, cose importanti, in cui tutti si ritrovano. Per di più, questa commedia, che io e mio fratello ci sentiamo cucita addosso, non è costruita sul meccanismo comico-spalla. Siamo entrambi, io e Rino, due protagonisti».


Ma i fratelli, sulla scena, vanno sempre d'accordo? «Assolutamente - dice Mazzarella - Io e Rino ci troviamo a occhi chiusi, forse perché siamo figli d'arte, cullati insieme in una valigia: i nostri genitori erano sempre in viaggio per recitare, e ci portavano dappertutto. Però penso ai fratelli De Filippo, o ai Giuffré: quelli si beccavano spesso, io e Rino, dopo 58 anni insieme, abbiamo un feeling istintivo».

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