Medici in campo: la legge sull’aborto non si cambia

da Milano

Etica, bioetica: nascita e morte, concetti incompatibili che talvolta sembrano aggrovigliarsi fino a confondersi l’uno nell’altro, soprattutto se si parla di aborto. E con esso di eutanasia, pillola del giorno dopo, procreazione assistita, assistenza ai neonati prematuri. Temi sui quali la prossima legislatura dovrà esprimersi in modo chiaro. E mentre i partiti già prendono posizione, sono i medici a dire la loro senza doppiezze: la legge 194 va difesa. Una raffica di sì, più di qualche perplessità sul delicato tasto degli embrioni, la necessaria discrezionalità sui piccoli venuti al mondo con troppo anticipo: un quadro chiaro su tendenze che toccano religione e politica, valori e terapie, esaminati stavolta solo da uno spiraglio scientifico.
APPROVATI. L’Ordine dei medici dà il suo ok con piccole riserve alla legge sull’interruzione della gravidanza, la discussa 194, che «pur scontando ritardi e omissioni applicative, a distanza di 30 anni dimostra la solidità e la modernità del suo impianto tecnico-scientifico, giuridico e morale. Occorre supportarla». Ma con precise puntualizzazioni. Ad esempio la necessità di «incrementare l’educazione alla procreazione responsabile, il supporto economico e sociale alla maternità in quelle aree dove il ricorso all’aborto resta alto come tra adolescenti e immigrate». Dalla 194 alla Ru486. Sembrano messaggi in codice, eppure il passo è breve. I medici promuovono anche la pillola abortiva, ribadendo la necessità di dare piena attuazione alla legge, compreso l’articolo che riguarda «l’uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità psicofisica della donna e meno rischiose». Un altro piccolo passo e un altro sì: lo incassa la pillola del giorno dopo. Secondo l’Ordine «non può incontrare surrettizie limitazioni che ostacolino la fruizione del diritto della donna che intenda prevenire una gravidanza indesiderata e un probabile successivo ricorso all’aborto».
BOCCIATA. La legge 40 è quella sulla fecondazione artificiale: bocciata. O meglio i medici si schierano contro i vincoli imposti sulla limitazione della diagnosi pre-impianto sull’embrione alle sole tecniche d’osservazione escludendo quelle genetiche. «La federazione dei medici si è espressa negativamente. La magistratura, con le recenti sentenze, ha confermato questa valutazione». Le perplessità che frenano la legge sarebbero dovute ai temuti rischi connessi con accertamenti ed esami ritenuti pericolosi per la donna.
CON RISERVA. La vita dei piccoli, nati prematuri, va salvaguardata ma senza ricorrere all’accanimento terapeutico. «Il medico deve adottare tutte le misure idonee ispirando il proprio comportamento caso per caso, secondo autonome valutazioni cliniche». E al tempo stesso l’Ordine dei medici ribadisce il «valore morale e civile di un processo di informazione e consenso che deve coinvolgere i genitori in scelte sempre drammatiche e difficili».
LE REAZIONI. Immediati i riscontri alle direttive dell’Ordine dei medici. Margherita Boniver (Fi) «plaude ai giudizi sull’impianto della legge sull’aborto», il ministro della solidarietà Paolo Ferrero (Prc) sottolinea le «indicazioni importanti» mentre Giuliano Ferrara commenta: «È il risultato della nostra mobilitazione».

Più duro invece il comitato «Scienza e vita» che parla apertamente di «colpo di mano» e aggiunge: «Ci sarebbe da non credere ai propri occhi, ma evidentemente il clima preelettorale mette le ali ai pensieri e alle previsioni più azzardate» e critica la candidatura con tutti gli onori di Umberto Veronesi (83 anni), fautore dell’eutanasia, nel Pd: «C’è davvero da temere».

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