Allora, Massimo Boldi, niente Venezia?
«Eh, no, mi hanno chiamato allultimo momento per la rassegna sul cinema comico italiano. Ma è stato solo un tentativo di riparazione, perché inizialmente non ero proprio stato previsto fra gli ospiti».
Quindi farebbe ancora in tempo...
«In programma domani (oggi per chi legge) cè Il ragazzo di campagna, dove però è protagonista Pozzetto, io lì ho solo una particina, e non voglio togliere spazio a Renato, quel che è suo è suo. Anzi, è stato lui a volermi per quel film».
Lei quale sua commedia avrebbe scelto per questa retrospettiva?
«Fratelli dItalia, uno dei maggiori successi degli anni 80, fra i più trasmessi in tv. Fra parentesi in uno dei tre episodi cè anche Christian De Sica».
Il motivo dellesclusione è legato forse ai cinepanettoni che lei ormai non fa più?
«Come non li faccio più... Il 26 novembre uscirà A Natale mi sposo, con Nancy Brilli e Vincenzo Salemme. No, piuttosto...».
... piuttosto?
«Sono uno che dà fastidio da quando sono diventato produttore indipendente».
In confidenza, cosa cè sotto?
«Io non sono uno dei figli della casta, sono semplicemente Massimo Boldi. Ma la storia deve rimanere storia, e io non credo di aver avuto un ruolo secondario nel cinema comico italiano».
Secondo lei, quindi, boicottaggio o dimenticanza?
«Non saprei, però due anni fa si erano già scordati di me ai David di Donatello. E ora a Venezia... Mi sembra una coincidenza un po strana».
Concludendo?
«È come fare una retrospettiva sul Festival di Sanremo e dimenticarsi di Nilla Pizzi».
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