«Mi sono perso al Met e ho trovato un tesoro: gli amici lettori»

Oh yes, mi sono perso al Met. Met sta per Metropolitan, of course. Sale egizie, pochi passi oltre il tempio di Dendera. Minuti due della guida in italiano. Ci giriamo e siamo soli. Mi sono perso con un’elegante biondina, la sua mamma e un signore di Zena (Genova per i foresti). Erano lettori del Giornale. Io, beh io, lo vedete che lavoro faccio. Sono bastate poche parole. Un sorriso, la condivisione di un’esperienza. Un attimo fuggente. Che poi è diventato quattro ore insieme. Nel grande ventre del Met che ci ha accolti. E ha tenuto a battesimo la nostra amicizia. Nuova di zecca. Tra un Tintoretto e un Van Gogh. Io, l’elegante biondina, la sua mamma e un altro signore. Oh yes, mi sono perso e ho colpa doppia perché io, al Met, ci ero già stato. Però se tornassi indietro, al Met mi ci perderei di nuovo. Ci proverei, forse non ci riuscirei, perché certe cose le decide il Destino. Non tu. Pardon, cioè io.
L’elegante biondina, la sua mamma e l’altro signore sono diventati i miei commensali, oltre che i miei compagni di disavventura. (Per inciso ricordiamo però che dopo un’oretta, finito il tour guidato, i lettori li abbiamo trovati sguinzagliati in giro per il museo). «Ah, anche voi qui?». «Oh toh, ma questi non sono dei nostri?». E lo sguardo che mulinava attorno. «Massì, che sono loro. Vuoi vedere che si sono persi?». Non si erano persi, era finito il percorso guidato. Io, l’elegante biondina, la sua mamma e l’altro signore ci siamo guardati ed è stato un attimo. Ridevamo tutti e quattro. Pardon, tutti e cinque. Pardon, tutti e venti.
All’una eravamo tutti sorridenti nell’androne, in attesa di riprendere il pullman. Il signore di Zena ha ritrovato sua moglie, per la felicità sua di lui. Lei non era mai stata assalita dal dubbio. L’avrebbe ritrovato. E così fu. Ci siamo rivisti attorno a un tavolo. E non ci siamo più persi. I nostri volti ormai erano familiari. Macché accompagnatore. Macché giornalista. Macché lettore. Solo un giornale. Il Giornale. L’unico denominatore comune. Oh yes, mi sono perso al Met, ma ho trovato nuovi amici. Me li ha regalati il Destino. Lo stesso che mi ha fatto perdere la bussola. E non solo a me.

Ne valeva la pena. Come per tanti altri volti incrociati al buffet, in pullman, sull’aereo, al ristorante. Con qualcuno ora ho legami epistolari. Un regaluccio in più sotto l’albero del mio Natale. Oh yes, mi riperderei al Met...

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