«Uno mi teneva ferma, l’altro mi violentava»

Era a poche centinaia di metri da casa quando è stata afferrata e trascinata dietro un cespuglio da due sconosciuti. E lì costretta a subire l’orrore della violenza sessuale. Nessuno si è accorto di nulla, la stessa vittima ha dato l’allarme, i balordi fuggiti nel buio della periferia nord della capitale.
Siamo in via Andersen, a Primavalle. È qui che venerdì sera, intorno alle 21,45, mentre giocava la Roma e in strada c’era poca gente, una donna italiana di 41 anni è stata stuprata e abbandonata sanguinante, con i vestiti strappati, in stato di choc. È stata lei stessa a chiamare una parente per chiedere aiuto. Sul posto sono giunti immediatamente i poliziotti e gli operatori del 118 che l’hanno accompagnata al Gemelli, dove è stata dimessa verso le due di notte con 20 giorni di prognosi. Agli uomini della Mobile, che ieri mattina l’hanno ascoltata per la seconda volta con il supporto di uno psicologo, la vittima ha fatto un resoconto agghiacciante, fornendo anche un parziale identikit di uno degli aggressori. La signora, che ha un banco di frutta e verdura in zona e un figlio di 13 anni, ha raccontato di essere stata seguita da due sconosciuti appena scesa dall’autobus, al capolinea del 916, in via Andersen. Poi in una zona buia, vicino casa, ma quando era ormai lontana dagli altri passeggeri, l’aggressione, dietro una siepe, dopo essere stata immobilizzata. «Uno mi teneva ferma mentre l’altro mi violentava. Non riuscivo neanche ad urlare», ha raccontato tra le lacrime. Fin dai primi momenti ha detto che i violentatori non erano italiani, ma inizialmente aveva parlato di due uomini quasi certamente nord africani. Poi, in serata, prima di lasciare la questura, ha corretto la sua prima versione e ha fatto mettere a verbale che a stuprarla sono stati due uomini di carnagione scura dell’est Europa, probabilmente nomadi. Il questore Giuseppe Caruso si è detto «ottimista per una soluzione, quanto più rapida possibile, della vicenda». «Non dispero - ha confidato - che i risultati delle indagini siano positivi. Stiamo lavorando, ci sono gli uomini della Mobile che non hanno smesso un attimo di indagare». Mercoledì notte sono proseguiti senza sosta i rilievi della scientifica sul luogo della violenza mentre i poliziotti controllavano la vicina baraccopoli, frequentata da cittadini dell’est. Due uomini sono stati fermati per violazioni della normativa sull’immigrazione, ma non hanno nulla a che fare con lo stupro.
«Quando l’ho vista ieri sera era sconvolta, tremava. La notte qui abbiamo paura perché c’è poca illuminazione e tanti balordi in giro», racconta Laura, una vicina di casa della donna aggredita. «C’era poca gente in strada perché stava giocando la Roma - prosegue -. Mi sono accorta che era successo qualcosa dai lampeggianti della polizia, sono subito corsa giù e ho visto la donna sotto choc per quanto avvenuto».
Per un malinteso inizialmente nel quartiere era girata la voce che la vittima della violenza fosse un’inquilina del palazzo dove si trova un Roma club, mercoledì sera chiuso come sempre alle 20 nonostante la partita. «Sono stata molto spaventata da quello che è successo - racconta la donna -. In tantissimi mi hanno chiamata quando si era sparsa la notizia che fossi io la vittima.

Almeno ho visto che nella zona c’è tanta gente che mi vuole bene». E nel dire questo raccomanda la figlia adolescente a quelli del Roma Club: «Mi raccomando, quando la vedete scendere dall’autobus o camminare per strada buttateci uno sguardo voi».

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