Lo aveva detto, Delio Rossi, nei giorni scorsi,che la sfida contro il Livorno sarebbe stata difficilissima, complicata,e che avrebbe costretto la sua squadra a soffrire fino all’ultimo secondo di gioco. Anche questa volta, l’allenatore del Palermo ha avuto ragione. Nemmeno il tifoso più pessimista, però, sarebbe stato in grado di prevedere un successo così faticoso comequello di oggi al Barbera.
La prevedibile linea Maginot dei toscani, sempre più in zona-retrocessione, ha retto fino a 9 minuti dalla fine agli assalti dei giocatori del Palermo che ci hanno provato in ogni modo e da ogni posizione a segnare. Alla fine c’è voluta una magia di Fabrizio Miccoli, già decisivo in tante altre occasioni,permandare al tappeto un Livorno sceso in campoadimmagineesomiglianza del proprio allenatore Serse Cosmi: arcigno, spietato, essenziale, concentrato,grintoso e determinato.
Itoscani,ad un certo punto,hanno pure creduto concretamente nell’impresa di portare via un punto dal Barbera, contro unasquadra che - con Rossi in panchina - ha semprevintoincasa,manonavevano messo in conto la «variabile» Miccoli, che già aveva dato il la alla vittoria sulla Juventus, domenica scorsa e che ora spera addirittura diunatelefonata diMarcelloLippi. «La nazionale? Sinceramente anche io non capisco perché di me nonsi parli mai:sono fuori da tempo, e rispetto le decisioni. Però un po’ mi dispiace, lo ammetto».
Felice ma coi piedi per terra il tecnico rosanero: «Il problema è che nel ciclismo ci sono i traguardi di tappa, nel calcio no, o arrivi o non arrivi, noi ci stiamo ritagliando qualcosa di importante, però dobbiamo continuare a ragionare in maniera seria come stiamo facendo », predica Delio Rossi al termine. «La squadra secondo me- prosegue - oggi ha giocato in maniera seria. Sapevo che sarebbe stata più difficile che a Torino, perché il Livorno si è chiuso bene, abbiamo trovato il momento giusto senza concedere niente»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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