Michelangelo, Verdi e il «visual concert» di Micciché

Il prossimo 2 marzo a Cannes prima mondiale dello spettacolo «Giudizio universale» dove il mago delle luci propone un'inedita alleanza tra due capolavori assoluti dell'arte e della musica

Portatevi al cospetto del «Giudizio universale» di Michelangelo. Magari ascoltando in cuffia il «Requiem» di Verdi. Aspettate che la Cappella Sistina venga inondata del raggio più felice di una giornata di sole. E sarete ancora lontani, dal quel vortice di suoni, luci, immagini, atmosfere e suggestioni che Paolo Micciché offrirà il due marzo prossimo al pubblico del Palais des Festivals dove andrà in scena la prima mondiale del suo «spettacolo» (se così possiamo definirlo) intitolato proprio «Il Giudizio Universale».
Micciché si definisce un «visual director» e da anni ammalia platee di tutto prestigio con i suoi allestimenti le immagini proiettate fanno da contrappunto alle note che si librano dall'orchestra. L'ensamble impegnato questa volta sarà l'Orchestra di Tolone con il Coro filarmonico di Nizza diretti da Elisabetta Maschio.
Micciché conduce virtualmente il pubblico del Palais di Cannes all'interno della Cappella Sistina, conducendolo in una narrazione per immagini che rappresenta in modo personale e suggestivo la mirabile opera michelangiolesca che Goethe definì «una visione straordinaria e un'esplorazione umana al di sopra di ogni attrazione della natura». Il «Requiem» verdiano è stato ripensato da Micciché in questa prospettiva, riprogrammandone la sequenza originale verso il Giudizio Finale, rappresentato dal Dies Irae, posto in questa versione al termine del percorso musicale.
Oltre al lato artistico Micciché ha ideato un prodotto innovativo anche sul versante produttivo. Lo spettacolo è infatti rappresentabile sia in uno spazio tradizionale - come nel caso del Palais des Festivals di Cannes - così come in strutture indoor e outdoor di grandi dimensioni come palazzi dello sport o teatri tenda ma anche nella versione dello spettacolo «architetturale», ovvero proiettato direttamente sulle facciate delle chiese.

Allo stesso modo, sono previste due versioni: il visual concert, con gli esecutori posti di fronte alla platea, e quella dell'oratorio visivo con costumi e movimenti scenici su un piano inclinato che, riflettendo le proiezioni e «lavando» tutto lo spazio scenico, crea una immagine unica e avvolgente.

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