Nuovo stadio, a che punto siamo? Dopo l'ipotesi Cattedrale (il San Siro bis) che pareva accantonata e le due squadre che hanno guardato altrove, chi a San Donato (il Milan), chi a Rozzano (l'Inter), passando per l'ippodromo La Maura che però non piace al cuore verde della cittadinanza, ieri Milan e Inter hanno scritto al sindaco ottenendo risposta.
«A metà aprile, concluso il percorso del dibattito pubblico (sul San Siro bis), avevamo richiesto a Milan e Inter un aggiornamento del piano economico finanziario sul progetto del nuovo stadio - ha dichiarato il sindaco Sala - Oggi abbiamo ricevuto una nota di entrambe squadre con la quale è chiesto: di prorogare i termini per la revisione del progetto; di fare chiarezza sugli eventuali vincoli sullo stadio esistente e sulla ventilata ipotesi di referendum cittadino. E io non posso che comprendere in pieno le loro ragioni». In sintesi le due squadre, che non hanno mai escluso alcuna ipotesi, dunque nemmeno quella del San Siro bis, «prima di investire hanno voluto esprimere quali sono le loro preoccupazioni». Due non dipendono dal Comune. E sono l'indizione di un referendum e un possibile vincolo della Soprintendenza a impedire l'abbattimento dello storico Meazza. Era stato il collegio dei Garanti, nominato dal Consiglio comunale, a respingere la possibilità di una consultazione popolare su San Siro. Ma il Tar ha riaperto i giochi, giudicando illegittima la decisione del collegio. «Ora si attende un nuovo pronunciamento da parte del Collegio stesso» ha fatto sapere il sindaco che poi ha promesso «di organizzare a breve un incontro con la Sovrintendenza e uno con il Collegio dei Garanti. Sono proprio i tempi legati all'indizione del referendum a preoccupare gli investitori (i fondi legati alle squadre). Quanto al vincolo che potrebbe essere posto dalla Soprintendenza «manca ancora una parola definitiva» ha precisato Sala.
In tutto questo c'è una parte della sinistra che continua a chiedere il rispetto del Piano Aria Clima «oltre che delle altre norme comunali, come non devastare l'ambiente e non consumare il
suolo, cosa che avverrebbe con l'abbattimento del Mezza e la nuova costruzione. Penso che dobbiamo favorire la possibilità dei cittadini di esprimersi col referendum, non il contrario» ha ribadito il Verde Carlo Monguzzi.
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