Vedi il Real che segna tre gol in dieci minuti e tanti saluti al Marsiglia. Vabbè. Vedi il Manchester che perde, ma in venti minuti rimedia. Vabbè. Vedi le nostre che sono lì affannate ad inseguire avversari e speranze. E il Milan ci rimette pure le penne. E dici: ma no! Poi pensi all’Inter e alle sue stramberie. E allora: mavvà! Mavvà a tutto il calcio nostro. Sì, d’accordo c’è la Fiorentina che per una volta ha tenuto in piedi l’onor pallonaro. Un caso, più che una certezza. Ma il resto è solo impotenza al potere. Impotenza e presunzione che passa dal disastroso (anche nella fortuna) Milan (mai aggettivo fu più azzeccato) alla sbullonata Juventus. Fin alla imperdonabile Inter.
Direte: esagerato. Juventus sbullonata, perché manca sempre qualcosa per tener avvitata una difesa decente. Quando Legrottaglie, nel secondo tempo, tiene in piedi la retroguardia, c’è qualcosa che non va. Non basta sempre e solo Buffon e nemmeno la buona stella che ieri ha guardato in giù. Inter imperdonabile, perché se non migliora il gioco d’attacco rischia di salutare la compagnia di Champions con qualche anticipo. Inutile trovar sempre un colpevole, se Mourinho non si guarderà allo specchio.
Ma se l’Inter ha più colpe che meriti, la Juve ha provato a metter sulla bancarella tutto quanto ha. Non poco visto il pareggio a Monaco. Non troppo, visto come l’ha ottenuto. Brividi a go-go in difesa, un saloon entra ed esci sulle fasce laterali, centrocampo di lottatori, attacco ieri tenerello. Ma tanto di cappello a Diego che fa il brasiliano quando serve e l’europeo quando occorre. Visto un recupero difensivo da mettere i brividi anche per i suoi muscoli. Se Ronaldinho prendesse nota, forse il Milan...
Già, il Milan. Poteva ridersela di Inter e Juve. Ora non gli resta che piangere. Ci sarebbe da mettersi una mano sulla coscienza. Soprattutto chi l’ha costruito così. L’anno scorso, a San Siro, il Diavolo rifilò tre reti allo Zurigo. Quest’anno gli ha rifilato solo brividi, e quelli se ne sono tornati a casa con il gollazzo del buon ricordo. Un colpo di tacco da far arrossire tutti e far pensare al peggio.
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