
La coscienza ambientalista di Anna Giordano è cresciuta con lei. Da quando, bambina negli anni '70, sognava di liberare gli animali dello zoo di via Palestro. I suoi amici portavano le michette agli elefanti, si divertivano a seguire i movimenti delle proboscidi, dalle grate alle bocche sotto le zanne. Lei immaginava di vedere i pachidermi liberi nella savana e di contribuire in qualche modo alla loro salvezza. I bambini come Anna dovettero attendere fino al 1992, anno di chiusura dello zoo, per non soffrire più della cattività degli animali. Ma Anna coltivava anche un altro sogno, veder volare i rapaci, seguirne le rotte e capire di più del loro ruolo per l'ecosistema. Questo secondo sogno si è realizzato: Anna, crescendo, ha avuto un ruolo nel fermare il bracconaggio ed è tuttora impegnata in associazioni ambientaliste come «Mediterranea per la natura», Lipu e Wwf. «Scoprii che i rapaci volavano davanti a casa dei nonni, sullo stretto di Messina racconta All'inizio degli anni '80 quando ero ancora adolescente, appresi che nonostante le leggi vietassero di cacciare i rapaci c'era chi si divertiva a farlo. Me ne accorsi nel peggiore dei modi nel 1981. In periodi di caccia chiusa, dalle colline, si vedevano gli uccelli cadere. Lì iniziò il mio impegno con i volontari, quando potevo lasciavo Milano e mi rifugiavo dai nonni. Nel frattempo studiavo: ogni primavera i rapaci percorrevano un lungo tragitto per nidificare: dall'Africa, dove svernano, affrontano 2.700 km di deserti e 140 km sul mare per arrivare in Sicilia e da lì dirigersi verso nord. Uccidendo un falco in primavera quando ha già superato la migrazione autunnale si hanno tre uccelli in meno l'anno dopo. Oggi, più di 40 anni dopo, c'è stato un forte cambiamento culturale. Lo stretto di Sicilia è nelle rotte migratorie perchè le correnti ascensionali da terra permettono di salire con meno sforzo, attraversare una distesa marina per un uccello è molto impegnativo, diversi esemplari non ce la fanno, per questo la scelta dello stretto è una questione di sopravvivenza». Oggi lo stretto sul mare racchiude una porzione di cielo per le acrobazie, «i falchi si cimentano in una caratteristica apertura alare, il loro volo territoriale, segno che arrivano qui per nidificare». Le rotte dipendono dal vento, nel 2018 hanno attraversato lo stretto 53.629 fra rapaci e cicogne; il 2024 è il terzo anno in cui si supera il tetto dei 50.000 passaggi.
In Sicilia nidificano i pecchiaioli, i grillai, l'aquila reale, l'aquila del bonelli, lo sparviere, il gheppio, il pellegrino e la poiana. Per chi fosse interessato a seguire le rotte dei falchi, anche lombarde, il sito è infoMigrans.
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