Milano paga per il Lambro ma a inquinare sono gli altri

Lambro inquinato, la colpa non è di Milano ma dei Comuni a nord della metropoli. Nel fiume i livelli di nichel, una delle sostanze più pericolose, sono tra 30 e 85 microgrammi per litro (oltre i limiti di legge, pari a 20 microgrammi) prima che il corso d'acqua entri in città, e scendono a quota 10-15 subito dopo averla attraversata. E' quanto emerge dalle rilevazioni relative al periodo 2006-2008 della sezione Risorse idriche di Arpa Lombardia, coordinata da Maria Luisa Pastore con il supporto di Valeria Marchesi, che hanno monitorato lo stato di salute dei nostri corsi d'acqua. I cui indicatori smentiscono il tribunale di Milano, che lo scorso marzo ha condannato la metropoli lombarda a pagare i danni per l'inquinamento di Lambro e Po addirittura fino a Rovigo. Dai dati delle sette centraline Arpa risulta che tra il 2006 e il 2008 le concentrazioni massime si sono registrate a Cologno Monzese, prima dell'ingresso del fiume in città, per poi diminuire o restare costanti. Tra i principali parametri monitorati l'azoto-ammonio, che nel 2008 è stato pari a 6,5 milligrammi per litro a Cologno e 1,8 a Melegnano, e la chemical oxygen demand (COD), rispettivamente a 28 e 19.
L'Arpa non si è però fermata qui ma, come sottolinea Valeria Marchesi, «ha valutato la qualità dei corsi d'acqua attraverso l'analisi delle comunità di macroinvertebrati (indice IBE)», e l'inquinamento complessivo del fiume (indice LIM), la cui somma ha dato vita a un terzo parametro, più completo, chiamato SECA. Confermando di fatto che non è Milano la principale responsabile dell'inquinamento del Lambro. Il LIM è infatti a quota 65 sia prima di entrare in città sia subito dopo esserne uscita (nel primo tratto vicino alle sorgenti è invece pari a 440). L'indice IBE migliora addirittura dopo avere attraversato Milano, passando da 4,60 a 5 (alle sorgenti è 9,90), mentre il SECA sia a Cologno sia a Melegnano è "scadente". Cioè il penultimo dei voti utilizzati da Arpa per classificare i fiumi, prima di "pessimo" e dopo "sufficiente", "buono" ed "elevato". E a dimostrazione che in città, a differenza che in altri Comuni, sono rispettate le norme sulla tutela ambientale dei corsi d'acqua, dal 2002 al 2008 il Naviglio Martesana è sempre stato valutato dall'Arpa come "buono", con l'unica eccezione del 2003 quando è risultato "sufficiente". Diventando però "pessimo" o "scadente" dopo la confluenza sotterranea con il Seveso (all'altezza di via Gioia), che raccoglie gli scarichi delle province a nord di Milano.
Come sottolinea Marchesi, leggendo i dati di Arpa conforta però scoprire che la situazione dei tre fiumi tenuti sotto osservazione è in netto e costante miglioramento. Nel 2003 infatti su 25 tratti di Lambro, Olona e Seveso, l'acqua era risultata "pessima" in 12 casi, l'anno successivo in dieci, nel 2006 in sette, nel 2007 e nel 2008 solo in sei. E se le politiche di contenimento dell'inquinamento adottate da Arpa Lombardia stanno dando dei risultati, per il 2009-2011 è partito un nuovo programma sperimentale, chiamato «Progetto Fiumi«.

Come rivela Marchesi, per la prima volta «la rete regionale Arpa di monitoraggio qualitativo, che misura la concentrazione dei parametri inquinanti, e quella quantitativa, relativa cioè alla portata, sono state integrate in termini di numero di stazioni, frequenza di campionamento e parametri ricercati».

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