"Milano sembra l'Africa, la sinistra ha spalancato le porte ai clandestini"

Berlusconi: «No alle frontiere spalancate. Noi ci ricordiamo di quando eravamo emigranti ma siamo per la legalità». Podestà invita a superare l’anomalia-Penati: «Altrimenti non è facile ottenere risultati se qualcuno vuol fare autogol». «Con Guido la Provincia risparmia: non spende un miliardo e mezzo in brioche come il presidente»

"Milano sembra l'Africa, la sinistra 
ha spalancato le porte ai clandestini"

«La sinistra vuole frontiere spalancate e un paese multiculturale. Noi, in sintonia con il popolo, non siamo d’accordo. Ci ricordiamo di quando eravamo emigranti ma tuteliamo la legalità». Silvio Berlusconi tocca il tema caldo di Milano, dove il candidato Pdl e Lega Guido Podestà punta a mandare a casa l’uomo della sinistra che apre ai clandestini.
«È intollerabile che a Milano ci sia un numero di presenze non italiane per cui non sembra di essere in una città italiana o europea ma in una città africana» continua Berlusconi: «Questo noi non lo accettiamo». Dunque, bisogna che il 6 e 7 giugno la sinistra - «quella della campagna di diffamazione, degli insulti e delle menzogne» - faccia le valigie: «Vogliamo vincere e vinceremo al primo turno a Milano e ovunque in Lombardia, anche grazie all’alleanza con la Lega. Vogliamo gente per lavorare al servizio dei cittadini e non per loro clientele come fanno gli esponenti della sinistra». Avanti Guido Podestà, fuori Filippo Penati e già c’è un risparmio di un miliardo e 600 milioni perché «il nostro Guido non spende un miliardo e 600 milioni in brioche come l’uomo della sinistra, l’attuale presidente». Ma cambiare la guida della Provincia è indispensabile, è fondamentale per la concordia tra le Istituzioni locali: «Penati ha fatto una politica di controcanto alla Regione e al Comune. Hanno bloccato tutto e, quando ho pensato che dovevo mettere in campo qualcuno di concreto, che potesse offrire tutta la sua esperienza ho pensato a Guido Podestà che non ha chiesto paracaduti». Con Podestà, assicura Berlusconi, «potremo finalmente realizzare cose importanti, prolungare le linee della metropolitana in tutto il territorio della Provincia, dare il via ai cantieri della nostra Tangenziale est esterna e realizzare la Milano-Bergamo-Brescia...».
Elenco delle opere bloccate dalla Provincia del «no», dall’amministrazione Penati che «ha fermato tutte le grandi realizzazioni infrastrutturali di cui abbiamo bisogno». E, finalmente, domani, «con Guido», avremo «la Pedemontana, anche se mi spiace che passi dentro un parco della mia casa» rivela il presidente del Consiglio. Che al popolo della libertà, ai duemila e passa del Palaghiaccio, garantisce «lo stanziamento dei finanziamenti necessari per le opere necessarie a Milano e alla Lombardia».
E la certezza della vittoria al primo turno arriva anche dalla Lega, dal patto «d’acciaio» stretto tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi: «Niente mani libere» dice il Senatùr, «Lega e Pdl l’accordo lo troveranno sempre su tutto». E mentre Guido Podestà - Berlusconi lo definisce «manager attivissimo, di grande pragmatismo, che ha fatto benissimo nel mio gruppo» - dal palco di chiusura della campagna elettorale invita i milanesi a «superare l’anomalia Penati perché altrimenti non è facile ottenere risultati se qualcuno gioca a fare autogol», Umberto Bossi dà una chiara indicazione al suo elettorato: «Sarà lui il nuovo presidente e avrà uomini della Lega in giunta e in aula i voti della Lega, quindi Guido sa che deve rigare dritto».

Un cambio della guardia già sottoscritto sia dal sindaco Letizia Moratti che dal governatore Roberto Formigoni: entrambi con la voglia di governare Comune e Regione con un presidente «coerente con i nostri valori». Quelli che non sono di Penati e della sinistra che ha «spalancato le porte di Milano ai clandestini».

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