Sono il 14,5% della popolazione. Gli stranieri a Milano sono arrivati quasi a quota 190mila, anche se per la prima volta si registra una flessione della crescita dei romeni, che negli ultimi dieci anni è sempre stata esponenziale. Erano 734 nel 1997 e ora sono 10.561, ma i nuovi residenti negli ultimi tre mesi sono stati poco più del 3% (ossia 310 persone), percentualmente minore ad esempio all'aumento dei cingalesi (circa il 7%). I dati sono forniti dal Settore statistica del Comune e fotografano la città al primo giugno 2009. Nel raffronto con la situazione al primo giugno 2008, gli ucraini «incalzano» con un +18% i romeni a quota +22%.
«Milano - considera il vicesindaco Riccardo De Corato - con il 14,5 % di residenti stranieri rispetto alla media nazionale del 6,5 per cento stimata dall'Istat, conferma la sua particolarità come polo di attrazione grazie a una maggiore forza economica che si traduce in una superiore offerta di posti di lavoro». Naturalmente, puntualizza, «ciò comporta anche delle difficoltà di integrazione, visto che si tratta di mettere insieme persone che arrivano da 155 Paesi diversi».
Secondo il vicesindaco, il dato di flessione sui romeni «potrebbe significare un rallentamento dopo il boom dovuto all'ingresso della Romania nella Ue il primo gennaio 2007. E non va poi confuso con gli ingressi di quei rom che sfuggono all'anagrafe per stanziarsi in aree abusive.
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