Milano, tentato stupro al Lido due aggressori hanno 12 anni

Altro episodio in città. Il prefetto: gli autori in maggior parte stranieri

da Milano
Ancora un’aggressione a sfondo sessuale a Milano, la quinta in appena otto giorni. Dopo lo stupro di una infermiera di 40 anni e di due turiste francesi di 18 e 20, e due tentativi andati a vuoto, vittime una romena di 20 anni e una donna di 49, questa volta è toccato a una quattordicenne romena. Sfuggita per soffio a quattro zingarelli che erano riusciti a chiuderla nello spogliatoio di una piscina. La giovane si è ribellata, è riuscita a fuggire e ha fatto chiamare i carabinieri che hanno bloccato il «branco». Due sono finiti in manette, perché maggiori di 14 anni, gli altri, più piccoli, in comunità. Il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, invita tuttavia alla calma: «Dai dati in nostro possesso, non esiste un aumento di violenze sessuali».
Vista l’età dei «bruti», questa è però, se possibile, la più brutta delle vicende registrate in città in questi ultimi giorni. Piccoli animali da preda, senza identità, senza dimora, senza genitori o parenti, abbandonati a se stessi. Li ritrovi alla stazione Centrale o nei mezzanini della metropolitana a derubare i passeggeri, meglio se donne o anziani.
Questa volta però, niente furti, ma un tentativo di stupro. Domenica pomeriggio verso le 15 i quattro piccoli zingari stanno bighellonando in viale Papiniano, circonvallazione interna di Milano. Qui incrociano la ragazzina, una romena nata in Italia, che vive in casa con genitori, regolari, e fratelli.
Non è chiaro se lei si faccia convincere a seguire i coetanei o se questi abbiano esercitato una qualche forma di coercizione. Insieme prendono la metropolitana e vanno al «Lido», piscina di piazzale Lotto, due passi da San Siro. Pagano il biglietto ma la cassiera più tardi dirà di aver notato come la ragazzina fosse molto agitata.
Una volta all’interno i quattro zingarelli trascinano l’adolescente in uno spogliatoio e subito l’aggrediscono, la toccano, cercano di spogliarla. Lei cerca di resistere, reagisce, ma viene presa a schiaffi. I teppistelli poi le infilano un sacchetto di plastica in testa. Ma la vittima, con un ultimo disperato tentativo, riesce a divincolarsi e a uscire dallo spogliatoio, gridando e piangendo. Viene subito raccolta dal personale della piscina che chiama il 112.
Arriva un equipaggio dei carabinieri che prende in consegna l’adolescente, si fa raccontare quel che è successo, raccoglie la descrizione dei piccoli delinquenti. In breve i militari riescono a individuare i quattro rom. Vengono portati dalla bambina che li riconosce senza esitazione.
In caserma i violentatori ostentano una certa sicurezza. Parlano, o fingono di parlare, un italiano molto stentato. Dovrebbero, ma è solo una supposizione, abitare nel grande campo sosta di via Triboniano. Ma non danno indicazione su eventuali parenti né, a distanza di oltre 24 ore, nessuno si è ancora presentato in caserma a reclamare un qualsiasi vincolo di parentela. Ovviamente dichiarano di aver meno di 14 anni. Ma l’esame radiografico delle ossa dimostra che solo due effettivamente hanno tra i 10 e i 12 anni, mentre gli altri dovrebbero avere 14 e 16 anni. Per i primi due si aprono le porte di una comunità, mentre i loro compari vengono dirottati al Centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria.
Dopo quest’ultimo episodio è nuovamente intervenuto il prefetto Lombardi per ricordare come non esista un’emergenza stupri.

«Lo dimostrano i dati in possesso delle Forze di Polizia di Milano e quelli raccolti dalla clinica Mangiagalli, da cui non emergono variazioni significative nell’andamento delle violenze».
Tuttavia un dato significativo riguarda gli autori e le vittime delle violenze che, diversamente dal passato, sono compiute prevalentemente da stranieri a danno di straniere, spesso irregolari.

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