Affitti, studenti "spremuti" 600 euro per una stanza

I prezzi dei letti in città aumentati del 20 per cento. E cresce del 45 per cento la domanda di singole

Affitti, studenti "spremuti" 600 euro per una stanza

Milano si conferma città più cara d'Italia con il prezzo di una singola che per la prima volta sfonda quota 600 euro (620 euro), in rialzo del 20 per cento rispetto allo scorso anno e dell'8,2 per cento rispetto al pre-pandemia. È quanto emerge dall'ultimo rapporto di Immobiliare.it Insights, business unit di Immobiliare.it specializzata in studi di mercato.

Prezzi portati alle stelle dalla bolla immobiliare sì, ma anche dalla domanda di camere in affitto che sta vedendo un enorme rialzo, forte del fatto che le università lombarde hanno deciso di abbandonare lo streaming dal prossimo anno accademico: le lezioni torneranno tutte in presenza dall'autunno e per i fuori sede ricomincia la ricerca. La domanda, infatti, continua a crescere registrando un +45 per cento per le stanze singole e un +41 per cento per le doppie rispetto al 2021, mentre lo stock di locazioni disponibili sul mercato si riduce, rimanendo sempre di segno più per le singole (+7%) ma ma comunque lontano dai volumi degli scorsi anni.

Dunque se per una singola bisogna mettere a budget 620 euro di media per un posto letto, in doppia ne servono circa la metà (321 euro). Significativa la differenza di prezzo rispetto a Roma, seconda classificata: più di 150 euro. Nella Capitale, infatti, per una singola si paga di media 465 euro, seguono Padova e Firenze con 450 euro. Sempre sopra i 400 euro Bologna, in quinta posizione con 447 euro.

Come detto, il fenomeno del caro affitti per studenti a Milano esiste da anni, tanto che gli atenei nel frattempo si sono organizzati costruendo studentati. Sono previsti mille posti in più nelle residenze per universitari della Statale, di cui 400 a dispsozione tra un anno circa tra le sedi in zona Ripamonti e Rubattino e un nuovo edificio vicino al campus Mind dove saranno trasferite le facoltà scientifiche.

Il Politecnico che ha a disposizione dei suoi iscritti 1.700 posti entro un anno ne aggiungerà 600 con le due nuove residenze in costruzione in via Baldinucci e in piazzale Ferrara. L'università Bicocca ne conta 700, ma prevede di arrivare a quota un migliaio nei prossimi quattro anni. Nel 2024 intanto saranno ultimati cento in più nella residenza realizzata nell'edificio U10. Nel campus Bocconi, con l'ultima residenza inaugurata nel 2018, i letti sono saliti da 1.800 a 2.100. Fra i collegi in Sant'Ambrogio e le altre residenze in città la Cattolica arriva a 650 posti, cui vanno aggiunti i 240 di Iulm, altrettanti di Humanitas e 158 dell'Università San Raffaele. Secondo l'Unione degli Universitari a Milano studiano 66mila fuori sede: solo uno su dieci riesce ad accedere ad un posto in residenza.

Alan Rizzi, assessore regionale a Casa e housing sociale ha già annunciato di voler incontrare i rettori delle università milanesi per fare il punto: «Voglio vedere i numeri, per capire quanti sono gli studenti fuori sede e quante le residenze universitarie a disposizione. Le istituzioni devono fare sistema per incentivare l'housing sociale: è necessario - spiega l'assessore - mettersi a un tavolo e dare avvio a una programmazione di nuovi posti non solo per studenti, ma per giovani coppie, lavoratori con un certo reddito per dare un'offerta accessibile a tutte queste categorie. sono tante le fasce di lavoratori che sempre più non hanno diritto ad accedere alle casa popolari, ma non riescono più a sosteere un affitto sul mercato.

La casa è diventata inaccessibile e a questo bisogna aggiungere il costo della vitta. L'unica soluzione concreta è aumentare l'offerta di housing sociale, facendo un'accurata programmazione anche perchè le risorse ci sono».

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