Allarme delle guardie giurate: «Sicurezza della città a rischio»

Allarme delle guardie giurate: «Sicurezza della città a rischio»

«Faccio questo lavoro da sedici anni, ho accumulato cinque scatti di anzianità, guadagno 1.080 euro al mese con sette ore e un quarto di servizio al giorno». Francesco è una guardia giurata dell'Ivri di Milano (Istituti di Vigilanza Riuniti d'Italia), ha 44 anni, una famiglia a carico. «Questa città ha bisogno di sicurezza - dice - ma coi tagli che il nostro settore sta subendo Milano non è protetta». Spiegano che la città non è abbastanza sicura, ma i primi ad avere bisogno di sicurezza sono proprio loro. In Lombardia è nata l'Associazione italiana delle guardie giurate, guidata a Varese da Francesco Greco: «L'obiettivo non è diventare dei pubblici ufficiali - precisa Greco -: restiamo un servizio privato. Ma facciamo un lavoro rischioso, tutelato da pochissimi diritti. Abbiamo quantomeno l'urgenza di un albo. E la qualifica di polizia giudiziaria».
Trasportare somme di denaro elevate senza poter imboccare corsie d'emergenza; incorrere in regolari sanzioni se, per un intervento delicato, sono costretti a parcheggiare in doppia fila; non aver accesso alle Ztl in città. Conflitti a fuoco in cui, da soli, non ce la fanno: era il 1999 quando, a Induno Olona, i due agenti Giuseppe Coriglione e Mario Simonetta persero la vita mentre tentavano di sventare una rapina. Le guardie giurate bloccano infatti furti, rapine, molestie, ma non hanno la licenza di impugnare le manette contro i delinquenti. «L'arma da fuoco? - dice Ivan, 30 anni, guardia giurata a Milano dal 2003 - Per noi è praticamente “figurativa“. In caso di difesa, non ci sentiamo tutelati quanto lo sono le forze dell'ordine. Eppure ci imbattiamo spesso in situazioni pericolose. Una volta ho assistito al furto di materiale edile in un cantiere: ho inseguito il gruppo di balordi, ma sono stato costretto a chiamare la polizia. Alla fine sono stato ascoltato come testimone al processo». Ivan lavora dalle 21 alle 7 del mattino, ogni notte.
Com'è nata, dunque, l'idea di un'associazione? «Io e un gruppo di colleghi - risponde Francesco Greco - ci siamo messi in contatto su Facebook. Persone che a Milano, Genova, Aosta e Lecce, avvertono una “sofferenza di categoria“. Pensi solo che il contratto del 2004 (che avrebbe dovuto essere rinnovato nel 2008) si è visto confermato solo adesso, all'inizio del 2013. Non abbiamo un sindacato, ma solo una lettera pronta per il prossimo ministro degli interni». Un disegno di legge che istituisca l'albo delle guardie giurate è già stato presentato alla Camera, ma è in attesa di approvazione.
Le guardie giurate di Milano (solo l'IVRI ha circa mille dipendenti, tra servizi di piantonamento fisso, antirapina e 150 pattuglie notturne che operano tra Milano, provincia e comuni della provincia di Monza e Brianza) parlano di «settori» piuttosto che di «zone» nei quali il loro intervento dovrebbe essere rafforzato. «Ci sono ambiti delicatissimi ma sprovvisti di vigilanza - prosegue Francesco -. Nelle scuole, dove purtroppo si verificano spaccio e molestie, c'è sì e no un vigile che aiuta i bambini ad attraversare le strade.

Arriva la polizia solo se scatta l'allarme. Potremmo fare un ottimo lavoro anche nei tribunali, nei municipi, nelle sedi delle province. Ma anche nella stazione centrale, o su tutte (e dico tutte) le stazioni della metropolitana».

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