Ancora morti sul lavoro, morti bianche che portano nomi di persone comuni che cercano di sbarcare il lunario: operai, muratori, antennisti. Equilibristi per mestiere, vittime silenziose di poche precauzioni e una scarsa attenzione per la loro sicurezza. L'ultimo episodio è avvenuto ieri introno alle 14, un giovane egiziano è caduto da un ponteggio su cui stava lavorando per il suo salario da meno di 10 euro all'ora. Il volo nel vuoto in un cortile di Milano, in via Fabio Mangone 2, una traversa di viale Papiniano e poi più nulla.
Un altro nome da aggiungere alla lista infinita di decessi di lavoratori avvenuti in questo 2017. Nei primi sette mesi di quest'anno sono stati 591 i morti sul lavoro secondo i dati Inail, 29 in più rispetto all'anno scorso quando nello stesso periodo se ne contavano 562. Un aumento del 5,2%, molto più di una semplice statistica, è una percentuale fatta di madri, mogli, figli che piangono i loro uomini.
L'impalcatura su cui si trovava il giovane solo trentenne, ha ceduto sotto i suoi piedi, travolgendolo. La caduta libera verso il suolo è stata irreversibile, così tra lastre di metallo e gli strumenti da lavoro è stato trovato, ormai senza vita, dai carabinieri, i vigili del fuoco e il personale medico giunto sul posto. Dalle prime indagini il giovane operaio egiziano si stava occupando del rifacimento della facciata del cortile privato in cui si trovava per una ditta di ponteggi. Il cortile era completamente perimetrato da impalcature ma solo quella in cui lavorava l'egiziano ha ceduto. Dopo l'impatto qualcuno ha chiamato i soccorsi poi è stato il fuggi fuggi generale dei colleghi che erano sul luogo. E le indagini sono subito state indirizzate a chiarire se l'operaio e i suoi colleghi fossero in regola o lavorassero in nero. Solo in pochi, infatti, sono rimasti in compagnia dei militari ma le informazioni sono trapelate a fatica.
Le indagini sono avanzate in modo lento per tutta la giornata, rese ancora più difficoltose dal fatto che la vittima non aveva con sé alcun documento di identificazione. La salma è rimasta per diverse ore sotto le macerie, difficile la sua estrazione per via dalla grande quantità di parti di impalcatura caduta sopra di essa. L'uomo è rimasto letteralmente schiacciato sotto il peso del ponteggio precipitato insieme a lui.
Nella serata di ieri l'uomo risultava ancora non identificato. A indagare sul caso è il pm di turno Laura Pedio che una volta ricevuta la relazione dettagliata del caso deciderà se procedere con l'ipotesi di omicidio colposo. Come fece il collega Mauro Clerici per la morte dell'operaio filippino che il 6 settembre rimase schiacciato da un macchinario mentre era a lavoro alla Stuani, nota azienda di Settimo Milanese.
Per quella vicenda la Fiom scese subito in prima linea per sostenere la famiglia della vittima dichiarando: «Chiediamo agli inquirenti e alla procura di svolgere indagini approfondite affinché, se ci fossero responsabilità, queste vengano accertate nel più breve tempo possibile».Un tragedia nella tragedia quando si muore per lavoro.
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