Il Bagatti Valsecchi apre la diciottesima stanza

Per festeggiare la maggiore età, la prima Casa Museo in Italia, il Bagatti Valsecchi di via Gesù 5, si arricchisce della diciottesima Stanza, una vera e propria ala nell'identico stile voluto dai Bagatti Valsecchi quando, a cavallo tra 1800 e 1900, vollero ridare uno stile al palazzo.
La dimora dei fratelli Fausto e Giuseppe necessitò di interventi; interventi che divennero sempre più massicci a causa del bombardamento subito dagli edifici prospettici, uno con ingresso in via Gesù e l'altro in Santo Spirito. I primi danneggiamenti arrivarono nel 1918 e quelli più pesanti con la Seconda Guerra Mondiale nell'agosto del 1943. I Valsecchi furono grandi mecenati e colti collezionisti.
Ideato da Lucia Pini, conservatrice del Museo aperto al pubblico dal 1994 grazie all'intervento della Regione Lombardia per volere dell'assessore alla cultura Marzio Tremaglia, il nuovo spazio che aprirà i battenti il 22 novembre è stato progettato da Corrado Anselmi con la grafica di Michele Izzo. Questa volta oltre alla Regione ha contribuito anche la Fondazione Cariplo a sponsorizzare l'iniziativa. Gli eredi Bagatti Valsecchi hanno messo a disposizione album di famiglia e materiali d'epoca.
L'allestimento è stato pensato con boiseries chiare che trasformano l'ambiente espositivo in spazi dove mobili, oggetti, incuriosiscono lo spettatore e fanno da testimonianza alla storia di una nobile e colta famiglia milanese che ha voluto donare i beni di famiglia al pubblico. Qui i discendenti dei Bagatti Valsecchi contnuarono ad abitare fino al 1974. Oggetti e immagini schiudono una dimensione familiare e privata di un luogo intimo, oggi museo ricco di collezioni e pensato in stile rinascimentale utilizzando il fabbro Mazzucottelli tanto utilizzato dall'architetto Luca Beltrami che rifece mezza Milano tra Ottocento e Novecento.
In questa dimora privata sono allestite su pannelli scorrevoli da sfogliare fotografie in albumina, sali d'argento, color seppia e in bianco e nero che mostrano i due fratelli in un vivace Milano, per poi immortalare avanzando nel tempo le generazioni successive, stili ed epoche uniche da potere studiare attentamente. Non manca un filmato degli anni Trenta del Novecento dove più che ottantenne Giuseppe Bagatti Valsecchi si ostina a montare a cavallo o si intrattiene con i nipotini.
Tutta la narrazione è privata, dai matrimoni ai battesimi, momenti di vita pubblica e politica nonchè culturale dove si legge l'eco dei fatti della storia. Cimeli, semplici oggetti di vita, quadri, vasi e mobili e tappeti preziosi , carte da lettera, suppellettili regalati alla famiglia da ambasciatori stranieri anche orientali.

Abiti, ombrelli da passeggio, una ricca biblioteca, strumenti musicali a testimonianza di cento anni di vita che hanno segnati profondi mutamenti nella storia, nella società e nel costume. Il Museo Bagatti Valsecchi è sempre aperto e per chi volesse saperne di più può consultare il sito www.museobagattivalsecchi.org.

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