Barona, soldi e obbligo di resistenza alla polizia in cambio di alloggi nelle case popolari

Nel capoluogo lombardo, fermati i membri del collettivo autonomo del quartiere periferico: più di 1000 euro in cambio di un alloggio e le intimidazioni per chi non accettava le condizioni. Per gli indagati è scattato il divieto di dimora nel comune

Barona, soldi e obbligo di resistenza alla polizia in cambio di alloggi nelle case popolari

Minacce, pestaggi, intimidazioni, ma soprattutto estorsioni. E oltre a questo l'obbligo "resistere" agli sgomberi. Così un appartamento nei caseggiati popolari della Barona veniva dato in cambio di denaro e della disponibilità a impegnarsi nell'attività di opposizione agli sgomberi della polizia, con il divieto assoluto di dissociarsi da tutto questo.

Accade a Milano e in base alle prime ricostruzioni, sotto l'inchiesta condotta dalla Digos ci è finito il Comitato autonomo abitanti Barona, conosciuto anche solo come "Caab". In base a quanto ricostruito, cinque persone, tra i 21 e i 38 anni, quattro italiani e un romeno ancora ricercato, tutti con precedenti per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, sarebbero indagate e colpite da un divieto di dimora nel capoluogo lombardo. Al centro dell'indagine ci sarebbero, in particolare, due estorsioni e due aggressioni.

Le vittime sono due cittadini di origine marocchina, un uomo di 43 anni e una donna, incinta, di 32, che nel maggio del 2018 hanno denunciato agli agenti i cinque militanti del comitato. L'uomo ha raccontato di aver provato a lasciare il gruppo e a riprendersi la quota di adesione, ma sarebbe stato aggredito e picchiato con un bastone, riportando una prognosi di 20 giorni. La 32enne avrebbe provato a difenderlo, ma sarebbe stata aggredita a sua volta, espulsa dal collettivo e successivamente "sfrattata" dall'appartamento che occupava con la propria famiglia e che le era stato concesso al momento dell'ingresso nel Comitato, dopo il versamento di 1.400 euro.

Le indagini della Digos, dirette da Claudio Ciccimarra, hanno svelato che l'assegnazione degli alloggi

avveniva dietro il pagamento di una cifra che oscillava tra i 700 e i 1.500 euro. Ma il denaro non era sufficiente a concedere le sistemazioni, perché agli inquilini veniva richiesta anche l'attività di resistenza, appunto.

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