Bollani e «faraone» Glass suonano la carica a MiTo

Il pianista jazz domani agli Arcimboldi esordisce anche nei panni di cantautore Stasera allo Strehler i tre atti di «Akhnaten»

Sull'onda del festival MiTo, Stefano Bollani presenta per la prima volta al pubblico il suo ultimo cd, Arrivano gli alieni, in circolazione - coraggiosamente - dall'11 settembre 2015. Mercoledì, agli Arcimboldi (ore 21) Bollani esordisce, così, nei panni di cantautore a tutti gli effetti. Farà conoscere tre sue canzoni, «prima le ho scritte, poi ho pensato a chi avrebbe potuto cantarle, per esclusione sono arrivato a me», scherza. Effettivamente, ammette, «fino ad ora ho parodiato cantautori come Battiato e Branduardi», ora tocca a lui. Comprate il cd, dice al potenziale pubblico, al limite «salterete le tre canzoni». È con questi tre songs che chiuderà il recital agli Arcimboldi dove suonerà il pianoforte e pure il fender rhodes, strumento in voga negli anni Settanta, una via di mezzo fra il pianoforte, la celesta e - volendo - la chitarra. Uno strumento trasversale come, alla fine, è Bollani, jazzista arrivato fino alla Scala dove, diretto da Chailly, propose un Concerto di Ravel speciale, con quell'Adagio classico, dal suo tondo, incorniciato da due movimenti assai swing. E invece, domani lo vedremo offrire canzoni sostenibili e irriverenti, come la penultima che intitola l'album, centrata sugli alieni, figure che raggiungono la terra per monitorarla proteggendola dalla noncuranza dell'uomo. Con il brano Microchip fa il verso al genitore iperprotettivo che vorrebbe controllare la prole via microchip. Mamma all'italiana? No: all'americana, dal momento che lì sta sta facendo seriamente un discorso di penetrazione sottocutanea di questi aggeggi di controllo umano. Quello di Bollani è uno degli appuntamenti di punta di MiTo che stasera, al Teatro Strehler (ore 20), presenta una prima italiana. Si tratta di «Akhnaten», opera in tre atti di Philip Glass su libretto di Philip Glass, a Milano in forma di concerto.

Glass ha preso spunto dal libro Oedipus and Akhnaten di Immanuil Velikovskij. Al centro si staglia la figura del faraone Akhnaten, il primo a proporre una forma di monoteismo nell'antico Egitto. Che a Milano rivivrà anche attraverso le proiezioni costruite sui reperti archeologici del Museo Egizio di Torino. Nel ruolo del titolo, Rupert Enticknap e in quelli della bella Nefertiti, Gabriella Sborgi. Orchestra e Coro sono del Regio di Torino. E ancora, fra gli appuntamenti da non perdere di MiTO, il tutto Schubert offerto da un liderista come Christoph Prégardien in duo con il pianista Michael Gees, domani alle 21 in Conservatorio. Per i cultori dell'ortodossia, di un Bach d‘autore, ci sono ben tre appuntamenti. Quelli che fanno capo all'Akademie fur Alte Musik Berlin, al suo direttore, René Jacobs, e soprattutto alla violinista solista Isabelle Faust: eletta quest'estate a etoile del Festival di Lucerna.

Giovedì, venerdì e lunedì 21, offriranno un Bach alla tedesca. Mentre i colori veneziani di Vivaldi e Albinoni saranno affidati alla tavolozza vincente del Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini, domenica (ore 21) nella Basilica di San Marco.

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