Buon compleanno metrò: la Linea 1 compie 50 anni

Buon compleanno metrò: la Linea 1 compie 50 anni

Forse non tutti sanno che la prima metropolitana italiana è stata quella milanese. Stiamo parlando della Linea 1, la Linea Rossa che compie 50 anni. Un evento che sarà accompagnato da una serie di manifestazioni che dureranno un anno e da una pubblicazione della Fondazione Albini di Milano.
Nata dal progetto degli architetti Franco Albini e Franca Helg e inaugurata nel 1963, con grafica di Bob Noorda, la cui segnaletica in parte è stata conservata mentre altra, purtroppo è andata perduta come ad esempio l'orologio nero tondo che si trovava agli ingressi e in ogni pensilina, elementi che non sono stati conservati perché sostituiti da nuovi che nulla hanno a che vedere con gli originali che facevano della MM milanese un unicum artistico, invidiato da mezza Europa. Anche se la prima metropolitana europea fu quella di Mosca nata a fine Ottocento, voluta dallo Zar concepita come una vera e propria città sotterranea ricca di sale da ballo, ristoranti, specchi, lampadari giganteschi in cristallo e alle pareti ori e stucchi; sono poi seguite quella di Londra e quella di Parigi per importanza.
All'inizio le fermate della Linea Rossa della MM milanese, erano solo sei: da Cadorna a Cordusio, da Duomo fino a Lima, rispecchiando così l'asse verticale del percorso centrale della città. Nel 1973 è stata aggiunta, disegnata nello stesso stile, la Linea 2 ossia la Linea Verde, distinguibile dalla linea rossa per un diverso materiale di rivestimento delle pareti. Nella Rossa troviamo pannelli di Fulget (cemento decorativo); per la Verde pannelli di acciaio smaltato.
Entrambi i brevetti disegnati appositamente simili dallo Studio Albini & Helg per dare un marchio di fabbrica che identificasse le stazioni con diverso colore e trattamento dell'ambiente. Ognuna era distinguibile (e lo è tutt'ora) per i larghi e curvilinei corrimano rossi o verdi che costituiscono una linea continua di accompagnamento per il passeggeri e per il pubblico in generale. Per la pavimentazione di entrambe in granito, così pure le banchine ai treni, mentre per gli ingressi ai caselli e lungo i corridoi di camminamento sotterraneo è stata utilizzata l'allora avveniristica gomma a bolli della Pirelli che ha fatto storia.
«Tutta la linea era concepita su dei toni scuri (pareti e pavimento), mentre le fasce segnaletiche erano di un rosso fiamma e verde brillante e illuminata fortemente da dei neon lineari continui appesi al soffitto, in modo tale che le fasce con i nomi delle stazioni fossero immediatamente visibili per chi arrivava di corsa alle banchine per prendere la metropolitana. Purtroppo l'ufficio tecnico dell'ATM ha operato negli ultimi anni delle modifiche che hanno stravolto il significato e la funzione originale del progetto anche sotto il profilo grafico, ma soprattutto è stata cambiata la pavimentazione sostituendo la gomma Pirelli a tondini con piastrelle di pessima ceramica a quadri bianchi sporchevoli e scivolose», spiega con un po' di amarezza l'architetto e professor di scienze del territorio alla Facoltà di Architettura di Milano e Piacenza, Marco Albini, figlio di Franco (scomparso come Franca Helg e Bob Noorda).
Nonostante il progetto originale sia stato modificato e con esso la percezione originaria dei progettisti, la Linea 1 e 2 della MM è ancora oggi un capolavoro che si stacca dalla Linea 3 che nulla ha a che vedere con quel tipo di creatività e scelte estetiche. Già dalle scale per accedere ai mezzanini e alle biglietterie, dove sono stati pensati anche spazi per negozi ed edicole, si può vedere come persino la discesa iniziale dai marciapiedi soprastanti avesse l'indicazione della Fermata ben in chiare lettere nella parte superiore. Ora nella parte superiore troviamo prima la pubblicità ad accogliere il passeggero che facilmente, se di fretta, può sbagliare la direzione da prendere. «I caratteri delle scritte delle stazioni ai piani – prosegue Marco Albini – sono state disegnate da quel genio di Bob Noorda in modo da compattare le lettere e ottenere delle scritte omogenee, accorpate in modo da essere visibili a colpo d'occhio, anche in prospettiva, in maniera da identificare anche da lontano il nome della stazione, specie se un passeggero si trova su un convoglio».

Lo Studio Albini recentemente si è occupato anche dei passanti ferroviari di Garibaldi e Repubblica in cui esiste un grande e lungo mezzanino che potrebbe essere utilizzato per ospitare alcuni festeggiamenti o mostre per il cinquantenario di questo monumento storico milanese e internazionale, a partire da gennaio del prossimo anno. Ma per ora top-secret per le manifestazioni che sono in via di definizione per questa eccellenza di trasporto in coincidenza con l'Expo.

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