Car sharing, auto a confronto Il privato batte Atm e Trenord

Nella condivisione delle vetture perdono gli operatori pubblici: hanno tariffe più alte e meccanismi più complessi (e «furbetti»)

Usare l'auto privata non conviene. Il rischio multa è in agguato, mentre a Milano le alternative sono tante e varie. Impossibile fare una passeggiata senza veder sfrecciare almeno uno dei diversi modelli del car sharing, le auto condivise. Un mondo in cui, però, l'offerta dei privati - che oggi si presentano con quattro opzioni: Car2go, Enjoy, EqSharing per le vetture elettriche e l'ultima arrivata Twist - ha battuto decisamente quella pubblica, di Atm e di Trenord.

GuidaMi, il servizio gestito da Atm, è stato il primo in città. È arrivato nel 2010, ma i clienti sono poco più di 5500. Un po' perché le auto sono poche, solo 158, molto perché, tra vincoli e costi, l'utilizzo conviene meno delle concorrenti. A cominciare dall'iscrizione, che costa 120 euro, e si rinnova in automatico se dimentichi di disdire, fino all'obbligo di restituire le vetture nelle apposite aree parcheggio.

L'altro handicap è negli scaglioni delle tariffe: sono previsti due regimi, quello orario e quello giornaliero: il primo oscilla 2,20 e 3 euro all'ora, a seconda del modello di auto, più il costo, tra 45 e 80 centesimi a chilometro sempre a seconda del tipo di vettura. La tariffa giornaliera varia da 45 a 90 euro, più lo scatto per chilometro tra i 20 e i 30 centesimi. Discorso simile per E-vai, il servizio di car sharing elettrico di Trenord, collegato agli snodi ferroviari: cinque euro all'ora se si sceglie l'auto elettrica, 2,4 euro per gli altri mezzi, a cui vanno aggiunti 48 centesimi per ogni chilometro percorso. Conta 23mila utenti in tutta la Lombardia. I servizi di Atm e Trenord restano appetibili per gli spostamenti più lunghi, anche perché sono gli unici con i quali ci si può muovere anche fuori Milano.

Ma sono le tariffe, oltre alla flotta più consistente, il segreto del maggiore successo dei privati. Qualche numero per capire la differenza: finché in città esistevano solo GuidaMi e E-vai, i milanesi complessivamente abbonati ai due servizi raggiungevano a stento quota 10mila persone. Dal suo arrivo nell'agosto del 2013 ad oggi, Car2Go - Smart con il cambio automatico, al prezzo di 29 centesimi al minuto più 19 di iscrizione - ha raccolto 70mila clienti, con un parco di 700 auto. Meglio ha fatto Enjoy: le auto rosse di Eni, arrivate 4 mesi dopo, registrano 100mila clienti, che girano in città al prezzo di 25 centesimi al minuto, senza iscrizione e senza tessera, si fa tutto con l'app sullo smartphone.

L'ultima arrivata, a maggio scorso, è Twist, che offre vetture Wolkswagen Up! al costo di 27 centesimi al minuto, più 15 euro di registrazione.

Discorso a parte per EQSharing, che offre un servizio green: le auto sono elettriche, costano solo 13 centesimi al minuto, oltre all'attivazione della tessera (10 euro per l'annuale, 5 il settimanale), ma vanno lasciate in una delle 15 isole ecologiche della città.

Intanto l'amministrazione, che ha sposato il fiorire degli operatori privati, si concentra su altri

settori del trasporto: le biciclette del BikeMe, che hanno raggiunto quota 3600, e la nuova idea dello «scooter sharing»: circa mille scooter da condividere dovrebbero arrivare in città prima dell'Expo.

Twitter @giulianadevivo

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