Franco Cardinali, l'artista di Rapallo di cui l'Italia ricorda poco. Eppure, classe 1926, a soli 24 anni è a Parigi, dove inaugura il suo amore per la Francia e nascono le amicizie con Jean Cocteau, Jaques Prévert e tutto il fremente mondo culturale sotto la Tour Eiffel di quegli anni. Figura complessa, vivrà delle sue inquietudini, creando sui suoi dolori la propria arte (morirà suicida in Costa Azzurra a 59 anni).
Una mostra a Milano a Palazzo Giureconsulti (ingresso libero, Piazza Mercanti 2, orari: tutti i giorni ore 10-18.30, tel 02 8515.5920, www.palazzogiureconsulti.it) fino al 14 febbraio rende omaggio all'artista 30 anni dopo la monografica che gli dedicò l'Accademia di Brera. D'allora, niente. Eppure ha esposto a Dakkar in Costa D'Avorio nel 1957, con una presentazione di Cocteau. E poi a Roma, a Bruxelles, senza contare le numerose mostre a Parigi: figura indipendente, Cardinali ha sempre voluto sfuggire le etichette, le consacrazioni, «addirittura rifiuta il sostegno dei mecenati» come dice Raffaella Resh, curatrice della mostra milanese. «Franco Cardinali. Inquietudine necessaria», così s'intitola l'esposizione che raccoglie 50 quadri, tralasciando la ceramica che fa parte del percorso dell'artista. Si è voluta concentrare l'attenzione sulla pittura, che ben inquadra il concetto di indipendenza di Cardinali. Perché sì, è vero che nei ritratti di bambini presenti in mostra («Enfant au jardin», 1955, e «Potrait de garcon», 1956) si trovano delle influenze picassiane. È vero che ha esposto con Chagall, Dalì, Duchamp, Giacometti e molti altri artisti del momento, ma Cardinali «dipinge dell'altro» come disse di lui Jaques Prevert. Animo inquieto, tre figli da due donne diverse, sempre pronto a partire per trovare la sua libertà e autodeterminazione, Cardinali firma tele e opere in cui le materie che usa si sovrappongono (spesso olio, caseina e sabbia) creando forme che sembrano cercare un equilibrio, formulare un discorso che va quasi oltre l'astrattismo per cercare riferimenti concreti. Figure che sembrano emergere dalla tela: una «Machine agricole», 1975, un «Pesce azzurro», 1977, o un «Uccello azzurro», 1979. Per una mostra, quella milanese, che celebra un artista «prototipo dell'autonomia e indipendenza sia nelle scelte pittoriche che nella vita», come ha sottolineato la Resch, perché si cominci ad avere di lui la giusta considerazione anche nel suo paese d'origine. Oggi all'Aquario Civico si terrà, dalle 18 «Incontro con l'arte e il mondo di Franco Cardinali» per entrare nel mondo artistico e nell'epoca dell'artista. La figlia, Fanette Cardinali, presidente dell'Associazione Culturale che porta il nome di suo padre, insieme a Raffaella Resch oltre a Chiara Gatti, critica d'arte, Benito Boschetto, collezionista e amico dell'artista, e Maria Fratelli della Direzione Cultura del Comune di Milano, affronteranno la figura complessa dell'artista e il fervido contesto socioculturale in cui visse e operò.
Nella Sala Vitman
dell'Acquario la conversazione sarà frammezzata dalla lettura di poesie di Prévert da parte dell'attrice Paola Bechis accompagnata dalle tastiere di Rita Bacchilega su musiche di Ludovico Einaudi ed Edith Piaf, fino al jazz.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.