Si potrebbe dire che se a Milano tutto corre troppo veloce, il simbolo per eccellenza che ti insegna ad andare a una andatura più lenta e umana è il tram. Forse perché ha 90 anni proprio oggi, il caro, «nonno», tram Carrelli, che proprio il 20 novembre 1927 fece il suo ingresso in casa Atm. Con il numero 1501. Benché note come le Ventotto, in realtà il primo prototipo delle vetture tramviarie fu immatricolato nel '27, mentre nel febbraio del '28 nacque il secondo esemplare, il 1502, fabbricato dalla Carminati & Toselli su progetto di Peter Witt.
Il fascino del tram incanta ad ogni stagione: quando esce come un miraggio dalla nebbia dell'autunno, solitario e protettivo sotto la neve, scintillante nelle nitide notti primaverili, impertinente come un veicolo del futuro tra i luccichii dell'estate. Per chi lavora in azienda le vetture sono semplicemente le Carrelli, nome ispirato ai due carrelli sotto la lunga cassa in acciaio che rappresentavano una novità importata dagli Stati Uniti. Il numero 1501 fu una vera innovazione. Non passò tanti giorni dentro i depositi Atm: iniziò a girare subito per le strade della città in servizio di prova diventando l'emblema del trasporto pubblico sotto il Duomo.
Il successo che riscontrò tra la gente diede il via alla produzione di 500 esemplari, denominati 1928 per l'anno di messa in produzione. Le prime Carrelli entrarono ufficialmente in servizio nel marzo del 1929, apprezzate da tutti i milanesi. Nel giro di due anni (1929-1930) vennero realizzate altre 500 unità di serie con le numerazioni da 1503 a 2002. Originariamente a due porte, dal 1931 ne fu aggiunta una terza (dapprima mezza-porta) per facilitare il flusso dei passeggeri e l'accesso al salottino fumatori in coda alla vettura.
Con i bombardamenti del 1943 molte vengono danneggiate, ma la loro corporatura è robusta e al termine del conflitto mondiale vengano ricostruite senza troppi problemi, tutte eccetto la 1624, colpita in pieno da una bomba e andata irrimediabilmente perduta.
Oggi sono 125 i tram 1928 ancora in circolazione. Se nella loro immagine esterna continuano a preservare il fascino originario, in realtà celano un lato tecnologicamente innovativo, creato grazie al costante lavoro di ammodernamento che gli consente di continuare a viaggiare sulla rete di superficie, grazie al lavoro svolto dalle squadre di manutenzione Atm dell'officina generale di via Teodosio, che hanno reso questi tram più moderni e tecnologici con un'ingegnerizzazione di tutti i sistemi: dall'installazione dei computer di bordo, ai navigatori e ai principi di radiocomando per gli scambi.
Intanto il viaggio delle 1928 ha anche oltrepassato le Alpi e gli Oceani arrivando fino a San
Francisco, Melbourne, Madrid, Bruxelles, Francoforte, dimostrando quanto gli italiani, già nei primi anni del 900, fossero all'avanguardia in termini di design, innovazione e tecnologia: qualità che ispirano il lavoro di Atm.
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